Per la prima volta non hanno potuto partecipare a un’udienza in cui si discute del tragico incidente in cui persero la vita i loro cari, svolgendosi il processo a porte chiuse per l’emergenza Covid, e hanno avuto anche la notizia che il procuratore generale ha chiesto l’annullamento della condanna per l’ex amministratore delegato di Ferrovie, Mauro Moretti, sollecitando per lui un nuovo giudizio. Una giornata difficile quella di ieri per i familiari delle vittime della strage di Viareggio, in attesa della sentenza della Corte di Cassazione, prevista al massimo entro sabato. E con l’incubo che il calvario si prolunghi con un processo bis in Corte d’Appello.
L’UDIENZA. Il procuratore generale Pasquale Fimiani ha chiesto la conferma delle condanne, tra cui quelle a sei anni di carcere per Michele Mario Elia, ex AD Rfi, e Vincenzo Soprano, ex AD Trenitalia, e quelle a carico dei dirigenti e manager delle società estere dove venivano mandati in revisione i carri merci, ad eccezione di quelle di Moretti e dell’ex dirigente Rfi Francesco Favo. Il procuratore generale ha inoltre chiesto un nuovo giudizio per i tecnici Giovanni Costa e Giorgio Di Marco, che invece erano stati assolti. Richieste motivate, per Favo e Moretti, sostenendo che occorrerebbe “un nuovo esame delle condotte tenute nel lungo periodo di tempo trascorso tra il momento della cessazione dalle cariche sociali in Rete Ferroviaria Italiana, con il subentro di altri responsabili, e il momento nel quale il disastro si è verificato”.
Nessun dubbio invece da parte della pubblica accusa sulle responsabilità delle società Gatx Rail Austria GmbH, Gatx Rail Germania GmbH, Jungenthal Waggon GmbH, Cima Riparazioni, a vario titolo intervenuti nella fase di manutenzione del carro poi deragliato, e della società Mercitalia Logistics, già Fs Logistica, che ha fornito il carro a Trenitalia, come della stessa Trenitalia. Infine è stato poi chiesta “la conferma della condanna delle società Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche prevista dal Decreto legislativo 231/2001”.
“Qualora le richieste del pg fossero accolte – fa sapere il pg generale della Cassazione, Giovanni Salvi – diverrebbero subito definitive tutte le sentenze di condanna, ad eccezione di quelle indicate, mentre si procederebbe a nuovo giudizio nei confronti degli imputati assolti”. “La richiesta di annullare con rinvio la condanna di Moretti ci lascia disorientati, ma bisognerà vedere cosa ne pensa la Corte”, ha commentati l’avvocato Tiziano Nicoletti, legale delle famiglie delle vittime. “Il pg ha confermato l’impianto generale della sentenza – ha comunque sottolineato – chiedendo la conferma delle condanne per gli imputati stranieri e per la maggior parte degli italiani. Questo a riprova che l’impianto accusatorio sussiste”.
“Il pg ha colto gli aspetti deboli della sentenza e, per Moretti, non poteva che chiedere l’annullamento”, ha invece affermato Franco Coppi, difensore dell’ex amministratore delegato di Fs e Rfi. Nel processo d’appello Moretti era stato condannato a 7 anni, per i reati di disastro ferroviario, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose e incendio, e Favo a quattro anni. Il 29 giugno 2009, ormai oltre undici anni fa, alle 23.48, il gpl fuoriuscito da un carro cisterna deragliato entrando nella stazione di Viareggio, invase il quartiere di via Ponchielli, causando forti esplosioni e un incendio che distrusse molte case. Il bilancio fu di 32 morti, tra cui anche bambini.