Su Piazza della Loggia è tempo di fare chiarezza. A distanza di 48 anni dai fatti, l’inchiesta giudiziaria sull’attentato a Brescia si arricchisce di un nuovo capitolo con la Procura dei minori e quella ordinaria che hanno chiesto il rinvio a giudizio di Marco Toffaloni e Roberto Zorzi che all’epoca dei fatti avevano 17 e 20 anni. Si trattai di due presunti esecutori materiali della brutale strage costata la vita a otto persone e il ferimento di altre 102. Stando a quanto fin qui accertato, i due indagati avrebbero avuto un ruolo chiave nell’attentato.
Su Piazza della Loggia è tempo di fare chiarezza. A distanza di 48 anni l’inchiesta si arricchisce di un nuovo capitolo
A farlo pensare è anche una foto che immortala Toffaloni in piazza poche ore prima l’esplosione di una bomba mentre il collega avrebbe avuto un ruolo più defilato. L’unica certezza è che i due dopo questo brutale attentato, hanno lasciato l’Italia con Toffaloni che ha trovato riparo in Svizzera, dove ha assunto un’altra identità, mentre Zorzi ha scelto gli Stati Uniti. Ad incastrare i due sarebbero state le dichiarazioni del pentito Giampaolo Stimamiglio che raccontò che Toffaloni gli avrebbe confidato di aver avuto un ruolo nell’attentato.
Incastrati dal pentito
Qualora il gup deciderà di rinviare a giudizio i due fascisti, il nuovo eventuale processo non si limiterà soltanto ad accertare le loro responsabilità ma tenterà di fare luce anche su “eventuali deviazioni” di apparati dello Stato. A dirlo chiaro e tondo è stato il pm di Brescia, Silvio Bonfigli, che ha spiegato come si tratta di “un procedimento difficilissimo” ma che potrebbe regalare novità.
“Qui parlo da vecchio consulente della Commissione parlamentare terrorismo e stragi” insiste il magistrato “e mi riferisco al contesto storico che sta alla base delle riunioni nella caserma dei carabinieri di Parona e del commando Nato Ftase. È una lettura interessante di quei fatti attraverso eventuali deviazione che dovessero essere confermate da una sentenza”.
La strage di piazza della Loggia
La strage di piazza della Loggia è una delle pagine più nere della storia italiana, nonché uno degli attentati terroristici più gravi degli anni di piombo. È stata un’operazione di matrice neofascista compiuta il 28 maggio 1974 a Brescia, quando un ordigno nascosto in un cestino portarifiuti è stato fatto deflagrare proprio mentre era in corso una manifestazione pacifica contro il terrorismo neofascista.
Un attacco che per molto tempo è stato al centro di depistaggi ma che, dopo lunghissime indagini, ha portato alla condanna di alcuni esponenti di estrema destra appartenenti a Ordine Nuovo. In particolare gli autori materiali, secondo quanto accertato dai magistrati nel corso di diversi processi, erano stati Maurizio Tramonte, Carlo Digilio e Marcello Soffiati. Il mandante, invece, sarebbe stato l’ordinovista Carlo Maria Maggi.