Strage di migranti a Melilla, le Ong denunciano almeno 37 morti nella calca che si è creata durante l’assalto alla frontiera spagnola. Sul drammatico episodio, è intervenuto il leader di Madrid, Pedro Sanchez.
Strage di migranti a Melilla, le Ong denunciano almeno 37 morti
Nella giornata di venerdì 24 giugno, un nutrito gruppo di migranti ha preso d’assalto le reti di confine posizionate a Melilla, in corrispondenza dell’enclave spagnola in territorio marocchino. Sono stati circa 2.000 i migranti, perlopiù sudanesi, che hanno provato a fondare le reti poste al confine tra i due Stati, causando la morte di almeno 37 persone. Il nuovo bilancio è stato fornito dalla Ong spagnola Cam ed è stato commentato dalla portavoce dell’organizzazione, Helena Maleno, che ha precisato: “Le cifre non sono definitive, possono aumentare ancora”.
La strage di migranti a Melilla si è consumata nel momento in cui 400 migranti si sono accalcati al confine, provocando violenti contri tra la polizia. In questo contesto, almeno 130 soggetti sono riusciti a sfondare il “muro” di confine e fare il proprio ingresso in territorio europeo. A seguito dell’accaduto, le autorità stanno tentando di individuare gli assalitori e riportarli indietro.
Intanto, durante i disordini alla frontiera, sono state registrate decine di vittime morte per soffocamento o schiacciamento. Alcuni migranti, inoltre, sono deceduti dopo essere precipitati mentre cercavano di scavalcare la recinsione. Gli scontri, poi, hanno causato il ferimento di una cinquantina circa di agenti di polizia spagnoli.
Madrid, Sanchez commenta le vittime nella calca per superare la frontiera spagnola: “Colpa delle mafie”
In merito alla drammatica strage di migranti a Melilla, si è espresso il premier della Spagna, Pedro Sanchez, che ha descritto la tragedia come un “assalto violento e organizzato da parte delle mafie dedite alla tratta di esseri umani, contro una città che è nel territorio spagnolo”.
Nel corso di una conferenza stampa organizzata a Madrid, Sanchez ha precisato: “Pertanto è stato un attacco all’integrità territoriale del nostro Paese”.
Dopo oltre due anni di blocco, la frontiera terreste tra la Spagna e il Marocco situata tra Melilla e Ceuta era stata riaperta il 17 maggio scorso. Il passaggio era stato bloccato sia a causa della pandemia Covid che per i dissaporiesistenti tra i governi di Madrid e Rabat, sorti nel momento in cui il Marocco aveva deciso di diminuire i controlli sui migranti determinati a valicare il confine.
Un episodio analogo a quello di venerdì 24 giugno si è verificato lo scorso 22 marzo quando circa 2.500 migranti hanno provato a forzare i blocchi. In quella circostanza, 900 persone riuscirono a entrare in Spagna.