La Corte d’Assise di Bologna ha condannato all’ergastolo l’ex Nar, Gilberto Cavallini, nel processo che lo vedeva imputato per concorso della Strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti e 200 feriti). La sentenza della Corte, presieduta da Michele Leoni, è arrivata a 40 anni dall’attentato, dopo quasi due anni di dibattimento e oltre 6 ore di camera di consiglio.
“Io sono pentito di quello che ho fatto – aveva detto Cavallini nelle dichiarazioni spontanee al termine del processo -, di quello che non ho fatto non mi posso pentire. Dico anche a nome dei miei compagni di gruppo che non abbiamo da chiedere perdono a nessuno per quanto successo il 2 agosto 1980. Ribadisco il concetto espresso da Francesca Mambro davanti a una Corte di Assise, molti anni fa. Non siamo noi che dobbiamo abbassare gli occhi a Bologna”.
“La sentenza non cancella gli 85 morti e i 200 feriti – il primo commento della vicepresidente dell’Associazione dei familiari delle vittime Anna Pizzirana -, ma rende giustizia a noi familiari delle vittime che abbiamo sempre avuto la costanza di insistere su questi processi. E’ una giustizia che viene fatta ai familiari delle vittime, per la nostra perseveranza. E, se le carte processuali lette, rilette esaminate da questa Corte hanno stabilito così è una sentenza corretta”.
“Chi ha seguito questo processo – ha detto invece il presidente dell’associazione 2 agosto, Paolo Bolognesi – ha visto che Cavallini non aveva solo la possibilità di poter essere condannato per quello che riguardava l’esecuzione della strage, ma di essere anche, diciamo così, inserito all’interno di un sistema che vedeva i servizi segreti italiani coinvolti a pieno titolo nell’ambito di questa strage. Questo aprirà sicuramente delle strade notevoli. E una grande soddisfazione per quanto riguarda tutto il lavoro fatto per poter arrivare a questo risultato”.