“Roma è la mia famiglia, i miei amici, le persone che amo. Roma è il mare, le montagne, i monumenti. Roma, ovviamente, è i romani. Roma è il giallo e il rosso. Roma, per me, è il mondo. Questo club, questa città, è stata la mia vita”. Si conclude così la lettera di Francesco Totti, intitolata “Per Roma”, e pubblicata dal sito theplayerstribune.com. Nelle parole del capitano giallorosso si legge una consapevolezza: l’avvicinamento dell’addio al calcio. “Quando mi guardo indietro so quello che mi mancherà, so che sarà la routine, le cose di tutti i giorni. Le molte ore di allenamento, le tante chiacchierate nello spogliatoio. Penso che quello che mi mancherà di più sarà la condivisione di un caffè con i miei compagni di squadra. Forse, se un giorno tornerò come direttore, quei momenti saranno ancora lì”, scrive Totti.
“Per 39 anni, Roma è stata la mia casa. Per 25 anni, come calciatore, Roma è stata la mia casa. Sia vincendo lo scudetto che giocando in Champions League, spero di aver rappresentato i colori della Roma al meglio e di averli portato più in alto possibile. Spero che quel che ho fatto abbia reso orgogliosi”, prosegue. Nella lettera c’è anche un riferimento al suo mancato trasferimento a Madrid: “Dodici anni fa pensai di andare al Real Madrid. Quando una squadra di successo, forse la più forte al mondo, ti chiede di andare, ti metti a pensare a come la tua vita potrebbe essere. Parlai col presidente e quello fece la differenza. Ma alla fine, parlai con la mia famiglia che mi ricordò cos’è la vita. La casa è tutto”. Il campione romanista svela anche il ruolo della madre nella sua carriera. “Gli uomini del Milan mi chiesero di andare con loro. Avevo l’opportunità di far parte di un grande club italiano. Cosa scelsi? Beh, non fu una mia decisione, ovviamente. Mia madre era il capo. Lo è ancora. Ed è piuttosto attaccata ai suoi figli, diciamo. Come tutte le mamme italiane, era un po’ iperprotettiva. Non voleva che lasciassi casa per timore che potesse accadermi qualcosa”.