Una lettera aperta, voluta da tutto il Movimento cinque stelle e simbolicamente firmata dai due capigruppo al Senato e alla Camera, Gianluca Perilli e Davide Crippa, ed indirizzata all’attenzione del Commissario europeo alla Concorrenza Margrethe Vestager per ribadire con forza la necessità di un sostegno forte e concreto dell’Unione Europea al sistema delle imprese, vera spina dorsale dell’economia italiana e non solo, ora messa in crisi dall’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione mondiale del Covid-19.
Ma affinché questo sia garantito, scrivono i penstellati, “l’Europa deve garantire equità tra i Paesi e una regia ad hoc per tutelare le nostre imprese da comportamenti non concorrenziali. Non possiamo permettere che il nostro Paese, che ha messo davanti a ogni interesse quello della salute dei cittadini, venga per questo penalizzato. L’Europa deve assolutamente evitare che l’offerta si concentri nelle mani di chi, in questo periodo, ha beneficiato di misure meno restrittive rispetto ad altri paesi che invece hanno dovuto applicare misure più rigide”.
Il rischio, più che legittimo, è che dunque chi in questo periodo ha deciso di non attuare misure restrittive e magari si è opposto ai coronavirus (e il pensiero non può che andare, su tutti, all’Olanda) possa ora beneficiarne dal punto di vista economico e rubare fette di mercato fino a ieri in mano a industri e imprese di altri Paesi. Quello che si chiede, dunque, è che le regole del gioco vengano rispettate e che si garantisca leale e libera concorrenza. Ma affinché questo accada, occorre “un efficace monitoraggio sulle pratiche anticoncorrenziali, per evitare di gravare ancora di più sulle spalle del nostro tessuto industriale già segnato dall’emergenza Covid-19. In un momento di ricostruzione l’Europa deve garantire un diritto fondamentale per una ripresa equa di tutti i Paesi: la libera e leale concorrenza”. Eloquente anche la chiusa della missiva: “In questo momento è importante che si conservi un’integrità economica europea, una condivisione e una cooperazione tra gli Stati membri in linea con il principio di solidarietà che è alla base dell’Unione europea”.
OLANDA NELL’OCCHIO DEL CICLONE. Esattamente quanto chiesto in questi giorni, e in tutte le sedi opportune, anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Proprio il titolare della Farnesina nei giorni scorsi aveva lanciato il tema della lotta ai paradisi fiscali in Europa: “È un tema che necessariamente deve essere affrontato, in Europa non si può continuare ad andare avanti con questa doppia morale”, avrebbe detto Di Maio in una riunione ristretta con il suo staff. La mossa del titolare della Farnesina, viene riferito dalle stesse fonti, punterebbe a smascherare alcuni Paesi che in Ue “predicano bene ma razzolano male”, come l’Olanda la cui tassazione secondo diversi organi internazionali sarebbe addirittura da “black list”. E c’è chi pensa che dietro ci sia una strategia: nel corso dell’Eurogruppo i Paesi Bassi sono stati tra i più strenui oppositori della proposta italiana.
MAGGIORANZA SPACCATA. Si insinua, dunque, una nuova variabile in vista dell’Eurogruppo previsto il prossimo 23 marzo e in cui inizierà il “secondo tempo” dopo il primo finito, per così dire, a reti inviolate. Intanto, però, anche in Italia le divisioni cominciano ad accentuarsi sempre di più: se infatti il Movimento è deciso sulla strada del no all’attivazione del Mes, il Pd ha ripensamenti dopo la formulazione di una proposta più “soft” che garantirebbe l’esclusione delle condizionalità.