Stoltenberg teme l’effetto europee sulla guerra in Ucraina e chiede alla Francia di non interrompere il supporto a Zelensky

Stoltenberg teme l'effetto europee sulla guerra in Ucraina e chiede alla Francia di non interrompere il supporto a Zelensky

Stoltenberg teme l’effetto europee sulla guerra in Ucraina e chiede alla Francia di non interrompere il supporto a Zelensky

Dopo aver stretto un patto con Viktor Orbán, assicurando all’Ungheria il diritto a non assistere né militarmente né economicamente l’Ucraina, nella Nato cresce il timore che anche altri Paesi UE possano seguire il modello del leader magiaro e chiedere di sfilarsi. Un’eventualità che appare concreta soprattutto alla luce del voto delle elezioni europee, dove i principali sostenitori della ‘dottrina Stoltenberg’ della guerra a oltranza contro Vladimir Putin, ossia Emmanuel Macron e Olaf Scholz, hanno incassato pesantissime sconfitte.

Ed è proprio la Francia, dove ha trionfato Marine Le Pen causando lo scioglimento dell’assemblea nazionale e il conseguente ritorno alle urne previsto per fine mese, il Paese che più di tutti leva il sonno ai vertici del Patto Atlantico. Proprio davanti a quanto sta accadendo a Parigi, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha provato a gettare acqua sul fuoco dicendo di non essere preoccupato: “questo perché c’è, e c’è sempre stato, un ampio accordo in tutta l’alleanza per molti anni, e in particolare dopo l’invasione su larga scala di febbraio 2022, sulla necessità di fornire sostegno militare all’Ucraina. L’Ungheria è stata chiara fin dall’inizio sul fatto che non avrebbe fornito aiuti letali. Ma altri alleati lo hanno fatto in diverse forme per molto tempo”.

Stoltenberg teme l’effetto europee sulla guerra in Ucraina e chiede alla Francia di non interrompere il supporto a Zelensky

Una sicurezza granitica solo all’apparenza, visto che il tema del disimpegno europeo c’è, come dimostrano le parole che lo stesso Stoltenberg ha usato poco dopo quando ha detto di aspettarsi “che la Francia resti un fedele alleato della Nato anche in futuro” in quanto il Patto Atlantico “è un’alleanza di 32 membri, abbiamo spesso elezioni e spesso mi si chiede se il nuovo governo sarà favorevole alla Nato: questo lo devono decidere gli elettori ma l’esperienza dice che alla fine gli alleati sono sempre rimasti uniti perché è nell’interesse dei Paesi stessi”.

La risposta del Cremlino alle dichiarazioni di Stoltenberg

Quel che è certo è che il segretario generale dell’Alleanza, a margine della riunione ministeriale dei ministri della Difesa Nato di Bruxelles, ha provato a fare quadrato annunciando che “stiamo concordando un piano per l’assistenza alla sicurezza e l’addestramento dell’Ucraina, per garantire un quadro più solido, una maggiore prevedibilità e un impegno finanziario”, con cui “ridurre al minimo il rischio di lacune e ritardi”. Insomma, Stoltenberg tira dritto sull’impegno militare a sostegno di Volodymyr Zelensky.

Dichiarazioni e azioni contro cui si è scagliato il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, perché dimostrano che “tutto ciò che la Nato sta facendo è preparare l’alleanza per un possibile scontro militare con la Russia”, specie per “il ruolo delle armi nucleari nella pianificazione militare dell’Alleanza che è in crescita e si parla del loro dispiegamento in Polonia e in altri paesi europei”.