Stipendi, persino le banche lo ammettono: “Con questi incassi dobbiamo per forza aumentarli”

L'ad di Intesa Sanpaolo favorevole agli aumenti di stipendi dei dipendenti bancari: "Con questa redditività sarebbe inaccettabile negoziare".

Stipendi, persino le banche lo ammettono: “Con questi incassi dobbiamo per forza aumentarli”

Lo ammettono persino i banchieri: con gli istituti che registrano una redditività in crescita non si può neanche discutere sugli aumenti di stipendi dei dipendenti, bisogna concederli e basta. Ha le idee chiare l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Secondo il quale è necessario riconoscere gli aumenti di stipendio per il settore bancario.

Per Messina bisogna accogliere la richiesta del segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, senza nessun’altra contrattazione: gli aumenti in busta paga da 435 euro mensili devono essere concessi senza esitazione. Intesa Sanpaolo non aprirà neanche un negoziato, spiega Messina, perché quando la redditività delle banche cresce “non è accettabile non dare ai lavoratori un incremento consistente”.

Stipendi, per Messina gli aumenti sono necessari di fronte agli incassi delle banche

Considerando l’attuale stipendio percepito dai dipendenti del settore bancario, per Messina è necessario intervenire in un “momento come questo”: “In una fase in cui c’è un incremento della redditività significativa, non è in nessun modo accettabile non concedere aumenti consistenti ai lavoratori in banca”.

L’ad di Intesa Sanpaolo sottolinea: “Con un utile netto di 7 miliardi di euro, non ho coraggio a guardare in faccia le persone e dire che mi metto a negoziare su questo aspetto”. Proprio per questo si dice completamente d’accordo con le richieste dei sindacati.

Busta paga, per i bancari l’aumento di 435 euro può arrivare davvero

A condividere la posizione di Messina c’è anche l’ad di Bper, Piero Montani: “Credo che Messina abbia ragione”, afferma. E sulla negoziazione in corso aggiunge, con ottimismo: “Sono convinto che si chiuderà bene e velocemente”. Ma a suo giudizio c’è un altro aspetto più importante degli stipendi, quello relativo alla flessibilità.

Sugli aumenti di stipendio da 435 anche Sileoni rilancia la sua battaglia: “Senza l’aumento economico di 435 euro nel prossimo Ccnl io mi dimetto. Sono al mio ultimo mandato. Sono pronto a tutto”, ha detto rafforzato dalle parole di Messina. Una risposta anche alle parole della presidente del Casl Abi, Ilaria Dalla Riva, secondo cui le dichiarazioni di Messina sono riferite solamente “alla sua azienda” e una trattativa deve invece essere intavolata.