La sintesi perfetta della crisi che attanaglia il sistema industriale dell’auto in Italia, targato Stellantis, l’ha fatta la Fiom. “Siamo a livelli di schizofrenia assoluta. Stellantis chiede ai lavoratori di andare negli stabilimenti polacchi e francesi, ma parallelamente a Mirafiori arrivano addetti da Termoli, Cassino, Melfi e Pomigliano. Poi mandano mail per incentivare l’acquisto di Maserati da 200 mila euro a persone che ne guadagnano 1.200 al mese. E intanto la cassa integrazione continua inesorabilmente con un ennesimo stop produttivo di un intero mese. Invece di annunci di nuove produzioni continuano quelli sulla cassa integrazione”. Con queste parole Gianni Mannori, responsabile di Mirafiori per la Fiom di Torino, commenta lo stop di un mese delle carrozzerie. “Qui si rischia il tracollo del sistema industriale torinese”, aggiunge.
Stellantis si giustifica: non ci sono ordini
Già perché Stellantis ha comunicato ai sindacati che la produzione della 500 elettrica a Mirafiori subirà una sospensione delle attività che si prolungherà fino all’11 ottobre.
“La misura – ha spiegato l’azienda – è resa necessaria dall’attuale mancanza di ordini legata all’andamento del mercato elettrico in Europa”. E non va meglio altrove.
Ce lo spiega sempre la Fiom. “Non più di dieci giorni fa Stellantis aveva informato le RSA dello stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d’Arco di un aumento di produzione del modello Panda, che passava da 315 vetture turno al giorno, a 395 e di una leggera flessione per il modello Alfa Romeo Tonale. Oggi la direzione aziendale ribadisce che la differenziazione della produzione dei due modelli consente di ricorrere alla cassa integrazione guadagni ordinaria per quattro giorni per il mese di ottobre”, affermano Mauro Cristiani e Mario Di Costanzo della Fiom Napoli.
Ma Urso insiste: obiettivo di un milione di auto raggiungibile
Alla luce di tutto questo appare lunare la posizione del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Che negli stessi minuti in cui Stellantis comunicava lo stop di un mese a Mirafiori dichiarava: l’obiettivo di produrre un milione di autovetture “credo che sia raggiungibile”.
Un obiettivo – dichiara il senatore M5S Luigi Nave – che è “mera fantascienza”. “Urso – spiega Nave – è quel ministro che continua ad attaccare a testa bassa non solo la mobilità elettrica, ma tutta la riconversione dell’automotive, di fatto sbarrando la porta all’arrivo di nuovi produttori nel territorio italiano. Dall’altro lato, continua a farsi portare a spasso dai vertici di Stellantis, che chiedono di non avere concorrenti nel Paese ma nel frattempo fermano gli stabilimenti, fanno ricorso massiccio alla cassa integrazione e vanno a produrre oltreconfine i modelli che hanno maggior mercato”.