Conti da favola per Stellantis, che chiede aiuti pubblici ai governi di Roma e Parigi ma intanto mette in tasca agli azionisti una montagna di miliardi. L’utile dell’anno scorso è infatti da capogiro, con un utile netto in crescita dell’11% a 18,6 miliardi di euro, ricavi netti pari a 189,5 miliardi, in aumento del 6% e un incremento del 7% dei volumi delle consegne. Per una volta, però, l’amministratore delegato del colosso dell’auto, Carlos Tavares, regala una buona notizia pure ai dipendenti italiani: nessuno stabilimento di Stellantis nel nostro Paese è a rischio. Anche Pomigliano e Mirafiori hanno un futuro: arriveranno nuovi modelli, anche se non si può ancora dire quali e la Panda sarà sostituita.
Da Stellantis toni più soft
Il maxi-utile dell’ultimo esercizio permetterà di distribuire agli azionisti un dividendo di 1,55 euro per azione ordinaria, circa il 16% in più del 2022 e ai dipendenti un premio medio di 2.112 euro, in crescita del 10%. Il consiglio di amministrazione – in cui entrerà la presidente di Borsa Italiana Claudia Parzani come indipendente al posto di Kevin Scott – ha varato un programma di acquisto di azioni proprie per un importo di 3 miliardi di euro. In Borsa il titolo ha beneficiato dei risultati, chiudendo ieri la giornata in crescita del 5,4%. I toni di Tavares dopo giorni di tensione sono apparsi rasserenanti.
“Siamo grati al governo italiano per gli incentivi: è una grande decisione. I consumatori ne trarranno beneficio. Condividiamo l’obiettivo di produrre un milione di veicoli entro il 2030, lavoreremo fianco a fianco con il governo. L’anno scorso abbiamo prodotto nei nostri stabilimenti italiani 752.000 veicoli, con una crescita del 10%, un dato significativo. Se continueremo a tenere questo ritmo potremo raggiungere l’obiettivo prima del 2030”, ha sottolineato il manager. “Con gli incentivi – ha spiegato – la produzione aumenta di 20.000 veicoli, per questo sono importanti”. Un esempio è la 500 elettrica prodotta a Mirafiori per la quale “la situazione migliorerà non appena arriveranno i sussidi per l’elettrico in Italia e in Germania”.
Fiat non ha investito
Tavares ha quindi ricordato che il 63% della produzione Stellantis in Italia va all’estero e “l’export fa bene alla bilancia commerciale italiana”. Il manager ha anche replicato a chi sostiene che il gruppo privilegi la Francia: “Non sono italiano o francese o inglese. Io sono portoghese e quando prendo decisioni le prendo nel migliore interesse di Stellantis come società globale. Abbiamo utilizzato le piattaforme Psa perché c’era urgenza di procedere con l’elettrificazione e non c’erano soluzioni competitive dal punto di vista dei costi sviluppate prima della fusione. Fca in passato non ha fatto gli investimenti necessari nell’elettrico”. L’Ad ha poi smentito qualsiasi operazione di fusione: “non abbiamo trattative in corso su nulla che assomigli a una fusione. Certamente non ci sono operazioni allo studio con Renault. Si è trattato di una pura speculazione”. Quanto alla Maserati il manager ha detto che “rimarrà un marchio italiano prodotto in Italia. I designer sono italiani, gli ingegneri sono italiani e le auto sono e saranno prodotte in stabilimenti italiani”.