Stellantis, da Tavares nessuna garanzia ma solo la solita richiesta di aiuti

Dall'ad di Stellantis, Carlos Tavares, arrivano ben poche garanzie sul futuro degli stabilimenti italiani. Le opposizioni attaccano.

Stellantis, da Tavares nessuna garanzia ma solo la solita richiesta di aiuti

Nessuna rassicurazione. Solo un’altra richiesta di aiuto. E l’impressione che l’interesse di Stellantis per gli stabilimenti italiani sia sempre minore. Complice una crisi generale del settore automotive e una crisi di vendite dei modelli prodotti nel nostro Paese, l’idea è quella di un disimpegno che l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha cercato di nascondere con scarso successo durante l’audizione nelle commissioni parlamentari di ieri.

Mentre la società conferma che è in corso il procedimento per individuare il successore di Tavares alla fine del suo mandato (a inizio 2026), l’ad assicura che c’è una strategia per l’Italia: “Non abbiamo alcuna intenzione di abbandonare l’Italia o che qualcuno sfidi la nostra leadership. Abbiamo la capacità per sostenere un milione di clienti”, assicura. Di clienti, però, e non di veicoli da produrre come nell’accordo con il governo.

Un modo per dire che quei clienti devono arrivare grazie agli incentivi statali: “Noi non chiediamo soldi per noi, chiediamo aiuto per i vostri cittadini perché possano permettersi di comprare questi veicoli”.

Da Tavares poche rassicurazioni sul futuro di Stellantis in Italia

Tavares assicura che non vogliono vendere i siti italiani e rilancia: “Abbiamo un piano preciso che ho condiviso con i nostri partner, abbiamo assegnato nuovi prodotti a tutti gli stabilimenti italiani italiani fino al 2030, in alcuni casi al 2033”. Ma resta un problema di fondo: “I costi troppo alti in Italia, il 40% più alti di quelli che devono sostenere i nostri concorrenti”. Per esempio l’energia, che costa “il doppio della Spagna”.

Tavares parla di “un grandissimo svantaggio perché non consente di difendere i margini”. E in più si rischia di produrre veicoli “che non possono essere acquistati dalla classe media perché costano troppo”.

Sotto assedio

Tavares, replicando, ha parlato di una sensazione di “rabbia” e “livore” da parte dei parlamentari italiani. Che deriva dai diversi attacchi ricevuti. Delusione è stata espressa dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, che si dice preoccupata per gli stabilimenti italiani: “Abbiamo visto dei segnali di disimpegno, di disinvestimento”.

Durissimo il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che contesta all’ad di Stellantis di non aver “detto nulla sul futuro dei nostri stabilimenti, niente su investimenti e ricerca, niente sulla gigafactory di Termoli, niente sulle prescrizioni su Comau”. E di non aver datto nessuna “prospettiva concreta sul destino dei nostri lavoratori”.

Un altro punto lo centra il leader di Azione, Carlo Calenda, che parla di “presa in giro”: “L’obiettivo sul milione di veicoli non c’è più, ma c’è l’impegno su un milione di clienti che gli dobbiamo trovare noi con gli incentivi. Così sono buoni tutti”. S.R.