Ci vuole un amore smisurato per andare in onda sette giorni su sette, come fa Stefano Piccirillo su Radio Kiss Kiss. Un nome, e ancor di più una voce, familiare per moltissimi ascoltatori. Oltre a una longevità in FM di assoluto rispetto, 39 anni sulle principali emittenti nazionali, Piccirillo è anche la voce di film e serie tv, con all’attivo pure un’intensa attività di scrittore. L’amore per le parole declinato in molteplici direzioni.
Hai intervistato circa 1.200 artisti, quali emozioni ti sono rimaste addosso?
“Ogni intervista mi è rimasta impressa. Grazie ad Antonio Irace ho scoperto che i grandi della musica lo sono anche nella vita: Cocker, Dalla, Venditti, De Gregori, Ligabue, Articolo 31, Giorgia, Bublè. Poi ci sono quelli che toccano le mie corde del cuore come Niccolò Fabi o quelle sportive come Max Pezzali. Quanto ho parlato fuori onda con Fabri Fibra… E poi Carmen Consoli, che mi ha dato ottimi consigli per i miei libri. È stato importante, per me e per gli ascoltatori, che alla fine delle chiacchierate, gli artisti fossero contenti e soddisfatti; non erano solo interviste, ma degli incontri tra buoni amici”.
A quale tra i tanti professionisti della radio con i quali hai lavorato sei rimasto più legato? e che ricordi hai di quelle esperienze?
“Quando ho cominciato, a 16 anni, nel 1984, ho subito lavorato con professionisti molto più esperti di me, che sono stati fondamentali per la mia crescita e i miei timidi inizi. Il primo guru è stato Casey Kasem, il conduttore della mitica “American Top 40”. Poi Leonardo, un vero esempio, la grandezza di Federico l’Olandese Volante. I miei maestri sono i miei amici, Pippo Pelo, Rita Manzo, Rosario Pellecchia, ma ho imparato e imparo da tutti, senza di loro non sarei nulla di quello che sono oggi. Le risate con Claudio Guerrini, Giacomo Valenti, gli incontri con Linus, Albertino, una carriera nazionale di quasi 39 anni ti porta a imparare da ogni comparto della radio. Ma soprattutto Lucia Niespolo, che mi ha creato come persona e professionista e mi ha permesso di svolgere il lavoro più bello del mondo, “fare radio”, da ragazzino sino a diventare uomo. Ringrazio lei, che mi ha consentito di fare anche altre esperienze che mi hanno portato da Suraci, Montefusco, la Rai e tante altre radio nazionali per continuare a crescere ogni giorno”.
La tua è una delle poche trasmissioni sulle radio nazionali con conduzione singola. In un’ipotetica coppia con chi ti piacerebbe lavorare?
“È un vero onore essere capace di dare il mio contributo come conduttore e autore dei miei programmi. Chi può condurre da solo non è un solitario, anzi! Chi ha trasmesso con me (ho avuto la fortuna e il privilegio di formare alcuni conduttori che sono stati al mio fianco per poi lavorare da soli), sa che trasmettere in coppia è una missione fatta di continui scambi e consigli reciproci, con un’analisi attenta di ogni talk. Come nella vita sono un po’ esigente e rompipalle, ma do tanto, la mia compagna Antonella e i miei amici e compagni di lavoro lo sanno. Prenderei ognuno dei miei colleghi di Radio Kiss Kiss per fare un programma insieme. Li adoro”.
Hai prestato la tua voce per film come “Die Hard”, “Fame”, “Blow”. In questo campo timbrica e dizione sono fondamentali, ritieni lo siano altrettanto anche in radio?
“Quando doppio film, telefilm, spot o faccio voice over per “Un posto al sole” in Rai, prendo ogni singolo lavoro come un viaggio specifico ed esclusivo. In radio, oltre alla dizione e una voce gradevole, è importante l’umanità, ciò che si esprime come valori, e una creatività costante”.
Hai pubblicato 6 romanzi, l’ultimo con la prefazione di Pippo Pelo; quanto ti ha aiutato il tuo lavoro di conduttore anche con la parola scritta e quanto c’è di autobiografico nelle tue opere?
“Scrivere per me è un allungamento di un programma radio, cerco di essere chiaro, di arrivare diretto e senza fronzoli al lettore, non so se ci riesco ma questo è l’obiettivo. Pippo è fantastico perché mentre io cerco di scrivere storie d’amore emozionanti, lui riesce sempre a strappare un sorriso al lettore con le sue prefazioni ironiche, è il mio prefatore ufficiale. Mi piace raccontare storie intense. Sto iniziando il mio settimo libro, che spero sia il migliore. Racconta di due persone che si amano, litigano, si vivono; forse c’è bisogno di leggere qualcosa di bello, ma dopo questa affermazione dovrò impegnarmi tanto. Non ho la presunzione, neanche dopo 6 libri, di essere definito uno scrittore, al massimo un radio-scrittore, del resto la radio è vita, meglio raccontarla così com’è”.