di Maurizio Grosso
Si fa sempre più critica la vicenda relativa al metodo Stamina. Ieri i malati, che da tempo chiedono a gran voce di essere curati con il trattamento a base di cellule staminali, hanno minacciato di tagliarsi le vene e di dissanguarsi in strada se il governo non darà risposte alle loro richieste. Ma il presidente del consiglio, Enrico Letta, in serata ha ribadito che “il consiglio dei ministri non doveva adottare decisioni, abbiamo fatto solo un punto” sulla situazione. Il ministro della salute Beatrice Lorenzin, ha spiegato il premier, “ha relazionato. C’è un procedimento giuridico in corso, ma non è materia su cui il Consiglio doveva adottare decisioni”.
I malati che chiedono di essere curati con il metodo Stamina, inventato da Davide Vannoni, ieri mattina hanno protestato davanti a Palazzo Chigi, chiedendo di essere ascoltati. In particolare hanno chiesto che un rappresentante dell’esecutivo si fermasse a portare la sua solidarietà. Nel pomeriggio i pazienti del collettivo 117A hanno bloccato via del Corso sotto le finestre della presidenza del Consiglio, dove si teneva la riunione del Cdm sul metodo Vannoni. In serata la via è stata di nuovo bloccata. “Assassini, assassini”, urlavano in coro le persone in strada. L’intero sistema centrale dei trasporti è stato soggetto a forti ritardi. Assistite da personale sanitario, tre persone si sono infilate delle flebo nel braccio per far defluire il sangue in apposite sacche. Sono intenzionati ad andare avanti. “Ricordatevi questa scena: loro si dissanguano e nessun politico ha il coraggio di farsi vedere. Preferiscono che la gente muoia”, ha gridato un manifestante nel megafono. In mattinata due manifestanti sono stati fermati dalle Forze dell’ordine, a piazza del Gesù. Poco dopo Sandro Bivano, uno dei due fratelli affetti da distrofia muscolare a capo della protesta, si è sentito male. Secondo alcuni testimoni è stato colpito al collo, mentre un poliziotto stava cercando di sfilare uno striscione da un gruppo di persone. Nel pomeriggio è tornato di nuovo a protestare. Di certo la situazione sta diventando sempre più esplosiva.