Il rinnovo dei vertici dell’Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) si è bloccato sulla scrivania del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo che lo scorso 15 febbraio il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla riconferma del consigliere uscente, Alberto Corinti. In quell’occasione, il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, aveva inviato a Palazzo Chigi anche la proposta di rinnovo di un altro consigliere dell’Ivass, Riccardo Cesari, ma tale nomina non fu approvata dal Consiglio dei Ministri.
Così, da allora, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni è in attesa che il Governo faccia la prossima mossa per ripristinare integralmente il Consiglio, visto che attualmente ha solo 2 membri (sui 3 di cui è costituito), Cesari, appunto, e il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, che ricopre di diritto anche la carica di presidente dell’Ivass. Ma Rossi scadrà il prossimo 10 maggio, sia dalla carica di direttore generale della Banca d’Italia che da quella di presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni.
Entro quella data il consiglio dei ministri dovrà dare il suo placet alla nomina di Fabio Panetta nel ruolo di direttore generale dell’Istituto guidato da Visco, insieme a Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli indicati come nuovi membri del direttorio di Via Nazionale. Se però si dovesse inceppare qualcosa su Panetta, come già accaduto quando il Governo ha bloccato la riconferma di Luigi Federico Signorini nell’organismo di vertice di Via Nazionale, l’Ivass rimarrebbe con un solo consigliere e si paralizzarebbe. Infatti da quando si è fermata la nomina di Cesari si è creato un altro problema.
Il Governatore della Banca d’Italia non può indicare nessun’altro per sostituirlo, perché da Palazzo Chigi non gli è stata notificata la bocciatura ufficiale e neppure le motivazioni. Così Visco non può fare nulla per trovare un altro nome da mettere al vertice dell’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni visto che manca il presupposto giuridico per ritirare l’atto con cui ha segnalato Cesari. Il dossier dell’Ivass è seguito con attenzione anche dal Quirinale, dal momento che spetta al capo dello Stato fare il decreto di nomina dopo il via libera del Consiglio dei Ministri.
Anche se quello che preoccupa di più è l’accordo nel Governo sul rinnovo del direttorio della Banca d’Italia dal momento che nel caso in cui l’organismo di vertice dovesse rimanere con soli 2 componenti (il 10 maggio scade anche Valeria Sannucci) l’intero Istituto guidato da Visco sarebbe paralizzato. Infatti il direttorio, per funzionare ha bisogno di almeno 3 membri e a questi spettano “l’assunzione dei provvedimenti aventi rilevanza esterna relativi all’esercizio – dice lo Statuto – delle funzioni pubbliche attribuite dalla legge alla Banca per il perseguimento delle finalità istituzionali”.