Si è chiuso dopo otto ore di camera di consiglio il processo di primo grado relativo al progetto– mai realizzato – dello stadio della Roma a Tor di Valle. Con la sentenza, pronunciata dai giudici della VIII sezione collegiale del Tribunale della Capitale, sono state condannate nove persone, tra cui spiccano gli 8 anni e 8 mesi inflitti all’ex presidente del consiglio comunale della Capitale Marcello De Vito, i 2 anni disposti nei confronti dell’imprenditore Luca Parnasi e i dodici mesi – con pena sospesa – inflitti al parlamentare della Lega Giulio Centemero.
Condannati anche l’avvocato Camillo Mezzacapo a 9 anni; Gianluca Bardelli a 6 anni e 8 mesi; l’ex presidente di Acea Luca Lanzalone a 3 anni; Adriano Palozzi a 1 anno e 10 mesi; l’imprenditore Giuseppe Statuto a 1 anno e 6 mesi e il commercialista della Lega, Andrea Manzoni a 8 mesi.
Oltre dieci, invece, le assoluzioni, tra cui quelle disposte per l’ex soprintendente Francesco Prosperetti; per l’ex consigliere comunale di centrodestra Davide Bordoni; per l’ex tesoriere del Pd Francesco Bonifazi.
L’Inchiesta sullo stadio della Roma
L’inchiesta ha riguardato il progetto dello stadio dell’As Roma (club risultato estraneo ai fatti, ndr) e le manovre con cui gli indagati, a vario titolo, avrebbero cercato di convincere l’amministrazione capitolina, all’epoca dei fatti guidata dalla pentastellata Virginia Raggi (estranea ai fatti, ndr), a dare il via libera all’impianto.
Un’indagine che, nel corso del tempo, si è allargata a macchia d’olio mettendo in risalto quello che è stato ribattezzato nel “sistema Parnasi” con cui l’imprenditore, in modo sistematico e bipartisan, cercava di “oliare” la politica così da portare a termine i suoi progetti edilizi.