Stadio del Milan a San Donato, partita su due tavoli per Scaroni

Il club rossonero spinge il nuovo impianto. Ma non chiude a San Siro se Sala rimuove i vincoli. Sgarbi esclude interventi sul Meazza.

Stadio del Milan a San Donato, partita su due tavoli per Scaroni

Il sospetto è che Paolo Scaroni, presidente del Milan, stia giocando la partita per il nuovo stadio della società rossonera su due tavoli. Dopo aver annunciato di aver depositato in Comune a San Donato Milanese i documenti finalizzati a chiedere la variante urbanistica sull’area di San Francesco per la costruzione di un impianto ex novo dalla capienza di 70mila posti, l’ex ad di Eni non ha chiuso all’ipotesi legata al vecchio stadio di San Siro: “Se Sala dovesse rimuovere il vincolo legato al secondo anello, allora il progetto tornerebbe sano”.

Il club rossonero spinge il nuovo impianto. Ma non chiude a San Siro se Sala rimuove i vincoli

Un’apertura subito apprezzata dal sindaco di Milano, che al giornale Calcio e Finanza ha rilasciato parole al miele: “Paolo Scaroni è un amico e sa benissimo che se avessi la possibilità di togliere il vincolo su San Siro lo toglierei. Credo che un vincolo del genere, che tra l’altro è di tipo culturale, sia una follia. Siccome qualcuno l’ha messo questo vincolo dobbiamo capire cosa possiamo fare. Non ho il potere di toglierlo ma se lo potessi fare lo toglierei in un secondo”.

Per nulla zuccheroso il commento del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi: “Al presidente del Milan piace fantasticare. Il vincolo storico relazionale sullo stadio Meazza deciso dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, è un punto su cui non sono ammesse trattative. Il Meazza non va demolito. Punto”. Di fantasia Scaroni dimostra di averne parecchia, se è riuscito a far passare per “progetto” il semplice rendering del futuro stadio di San Donato Milanese che dovrebbe sorgere tra tangenziale e autostrada. Rendering nel quale l’impianto sembra un’astronave planata dal cielo, senza traccia di parcheggi.

Il progetto vero e proprio verrà svelato solo più in là, nonostante i vertici del Milan abbiano già in mente una data per la partita inaugurale, settembre 2028. L’area del nuovo impianto, oltre allo stadio vero e proprio da 70mila posti, ospiterà anche il museo e lo store ufficiale del Milan, un hotel, negozi e ristoranti e perfino un parcheggio sotterraneo. E sarà, naturalmente, “iconico”. Anche il costo dell’operazione sarà reso noto solo a fine anno, quando “saranno disponibili maggiori elementi progettuali”. Sull’area di San Francesco sarebbe dovuta sorgere un’arena da 20mila posti della società Sport Life srl, proprietà dell’imprenditore Giuseppe Cassinari, che ha ceduto la maggioranza (il 90% delle quote) al Milan con atto notarile dell’8 giugno scorso.

Il sottosegretario Sgarbi esclude interventi sul Meazza. Ma pure l’alternativa non convince

Il nuovo stadio “sarà un investimento con un forte impatto sull’economia locale” per Scaroni, ma il fronte dell’opposizione all’opera si fa sempre più ampio. A fianco del Comitato No Stadio a San Donato, per il quale l’opera impatterebbe su un’area ben più ampia rispetto alla sola San Francesco, è sceso in campo il consiglio direttivo del Parco Agricolo Sud Milano, che ha votato all’unanimità una mozione che esprime parere preventivo negativo rispetto alla richiesta di costruzione di grandi impianti sportivi, compresi i servizi connessi (come parcheggi, etc.).

A presentare il documento è stato il consigliere Renato Aquilani. Il parere negativo riguarda le aree all’interno del Parco Agricolo, con particolare attenzione e rilievo per quanto riguarda gli spazi adiacenti all’area San Francesco, sita nel Comune di San Donato Milanese, in un contesto verde in prossimità dell’abbazia di Chiaravalle e quella di Viboldone, che è proprio l’area su cui il Milan vorrebbe costruire il suo nuovo stadio. Ad annunciare il proprio interessamento anche l’europarlamentare 5 Stelle Maria Angela Danzi e la senatrice, sempre del M5S, Elena Sironi.