Documenti che non documentano e contratti che sono semplicemente “titoli”. È quanto avrebbe depositato il 19 marzo scorso la società veicolo del Milan, Sportlifecity, agli atti del Comune di San Donato, circa i terreni sui quali dovrebbe sorgere il nuovo stadio dei Rossoneri. A differenza di quanto dichiarato dal club, al Comune sarebbero arrivate semplici dichiarazioni sottoscritte dal notaio milanese Federico Mottola Lucano – detti “Titoli”, appunto -, che certificano semplicemente l’avvenuta “stipula dei terreni ricadenti sul sedime del Comune di San Donato Milanese”, da parte della società veicolo del Milan Sportlifecity.
Il Milan non ha ancora depositato in Comune a San Donato i rogiti completi delle aree acquistate per il nuovo stadio
Carte che però non svelano le cifre dell’affare (cioè quanto pagato da Sportlifecity-Milan per acquistare un’area di oltre 600.000 metri quadri da Eni Spa e dall’immobiliare senese Asio), né le clausole cui soggiacciono quei contratti o i vincoli che gravano sulle singole proprietà. A depositare questi “titoli”, il legale rappresentante della Sportlifecity, Roberto Masi. Dalla loro lettura si evince che Sportlifecity-Milan ha effettivamente comprato da Eni, dalla società immobiliare Asio e da alcuni privati appezzamenti di terreno in località San Francesco.
Tuttavia è impossibile capire i costi pagati per ogni singola acquisizione; la storia di ogni singolo contratto; l’eventuale presenza di condizioni, ipoteche, servitù, contenziosi; il valore totale del terreno, le clausole che accompagnano ogni rogito. Insomma, allo stato, il Comune di San Donato, che si accinge a ribaltare il piano regolatore, ad approvare varianti, ad avviare opere pubbliche per centinaia di milioni di euro e a cambiare il volto della città sa solo che Cardinale e Scaroni (nella foto) hanno comprato dei terreni. Punto. Evidentemente la giunta guidata da Francesco Squeri ha grande fiducia nel club di Gerry Cardinale (nonostante i suoi vertici siano sotto inchiesta da parte della Procura di Milano, che sta tentando di capire chi sia il reale proprietario del club).
Ma, fiducia a parte, la mancanza di informazioni sulle operazioni immobiliari rappresenta un vulnus per la trasparenza che dovrebbe accompagnare un’operazione importante come la costruzione di uno stadio da 75.000 posti. Invece a San Donato ottenere le informazioni non è per nulla agevole, ne sanno qualcosa i consiglieri di opposizione che anche solo per ottenere quei “titoli” hanno dovuto fare un faticoso accesso agli atti.
Circa i prezzi, però, la Notizia è in grado di fare un po’ di chiarezza: partendo dal presupposto che il contratto definitivo per l’appezzamento comprato dai Rossoneri dall’immobiliare Asio non è agli atti del Comune, le uniche fonti per ricostruire quanto il Milan abbia pagato quei terreni è un contratto preliminare datato 26 giugno 2019 (che segue un altro preliminare del 20 aprile 2017). In quel preliminare si legge che gli allora amministratori di Sportlifecity (non ancora di proprietà del Milan) si impegnavano ad acquistare i 256.319 metri quadri della Asio per un “prezzo complessivo di compravendita di Euro 7.000.000”.
Tuttavia, nelle 46 pagine del preliminare si faceva cenno a numerosi contenziosi ancora aperti sulle aree: da un credito di oltre 12 milioni di euro vantato da Asio nei confronti del Comune di San Donato per le opere di urbanizzazione, che l’amministrazione contestava; a un contenzioso fiscale tra la stessa Asio e l’Agenzia delle Entrate per ben 119.573.419 euro pendente davanti alla Corte di Cassazione. Tutte informazioni preziose per un Comune che deve decidere su un’opera pubblica.
Per comprare dall’immobiliare 256.319 mq il club di Cardinale ha speso 7 milioni di euro
Forse una conoscenza maggiore il Comune ce l’ha dell’altra maxi-area acquistata il 26 febbraio scorso dal Milan: si tratta dei 229.953 mq. rilevati da Eni Spa (la società della quale fino al 2014 l’attuale presidente del Milan, Paolo Scaroni, è stato amministratore delegato) per complessivi 1.200.000 euro. A colpire qui è il prezzo: se nel 2019, per 256.319 mq la spesa prevista era di 7 milioni di euro (preliminare Sportlifecity-Asio), nel 2024, i 229.953 mq di Eni passano di mano a soli 1,2 milioni euro (come un appartamento da 100 mq in centro a Milano). Evidentemente devono essersi svalutati parecchio i terreni agricoli negli ultimi 5 anni…
Per comprare 229.953 mq da Eni Spa, ha sborsato solo 1,2 milioni
A tutto ciò poi bisogna aggiungere il vorticoso giro che i terreni comprati dai rossoneri da Asio hanno fatto negli anni, operazioni lecite, ma che ruotano tutte attorno agli stessi protagonisti: la società Asio aveva in pancia i terreni di San Francesco avendo incorporato l’Immobiliare Metanopoli, rilevandola da Eni, grazie a capitali interamente posseduti dalla società di diritto olandese WH13/Twenty-Nine B.V. (“WH13”), la quale, a sua volta, era interamente controllata da Whitehall Street Real Estate Limited Partnership XIII, fondo di investimento basato in Delaware. Whitehall però faceva parte di una serie di fondi di investimento immobiliari, gestiti da Goldman Sachs Group, la stessa banca di investimento nella quale per vent’anni ha lavorato l’attuale proprietario del Milan, Cardinale e nella quale lavorava anche il figlio di Scaroni, Bruno. Tutte informazioni che forse il Comune di San Donato e il suo sindaco Squeri farebbero bene a conoscere.