Il 18 giugno Pd, Avs, M5s e +Europa scenderanno in piazza dopo l’aggressione in Parlamento durante la discussione sull’Autonomia. Angelo Bonelli, leader dei Verdi, perché pensa che sia necessaria una manifestazione?
“Sono successi dei fatti molti gravi e il fatto grave è l’accelerazione del governo nel demolire la Costituzione e vendere il Sud a Salvini, attraverso l’Autonomia. Un mercimonio indecente, l’Autonomia in cambio del premierato: anche dentro la maggioranza qualcuno – come Occhiuto – già comincia a dire che questa Autonomia così non va bene, va modificata. Bisogna scendere in piazza con le opposizioni unite per difendere la Costituzione e il ruolo di garanzia del presidente della Repubblica e l’unità del Paese”.
C’è un clima intimidatorio in Parlamento?
”C’è uno squadrismo, un continuo provocare i valori fondanti della nostra democrazia. Quando i leghisti arrivano al punto di dire che cantare Bella Ciao è un gestaccio, una provocazione e non lo è fare il segno della X Mas, siamo messi molto male. Questi signori come Crippa, Iezzi e anche Salvini sono deputati e ministri grazie al sangue dei partigiani. Su quei cadaveri, invece mettevano un cartello per dire qui è passata la X. E poi vedere che mentre si canta l’Inno d’Italia i deputati facevano il segno della X ci riporta indietro al Ventennio, non possiamo abituarci a comportamenti di questo genere”.
Siamo di fronte a un Parlamento schiacciato, sono a rischio le procedure democratiche?
“Le prove di premierato le abbiamo viste in Parlamento, perché quando c’è una maggioranza arrogante, che aggredisce in maniera violenta un deputato solo per aver solo esposto vicino a un ministro una bandiera dell’Italia, ci troviamo di fronte a come immaginano il futuro del Paese, una svolta autoritaria con un uomo o una donna sola al comando, l’occupazione dello Stato. Con queste due riforme a farne le spese è anche il presidente della Repubblica. Il rischio è che possa esserci un aumento dei conflitti alla luce di riforme che vanno nella direzione di uno smantellamento degli elementi fondativi della democrazia e della Costituzione. Questi parlamentari, con una strafottenza inaccettabile, non hanno rispetto per i valori fondanti della nostra Repubblica, a partire dalla lotta partigiana”.
Quanto è successo alla Camera evidenzia nervosismo nella maggioranza, con Fratelli d’Italia e Forza Italia meno disposti ad accettare l’Autonomia?
“Non lo vedo molto da Fdi, li vedo allineati a rispettare questo patto di mercimonio. Vedo un po’ di insofferenza da Fi, che non ha il coraggio di agire. Io faccio qui, pubblicamente, un appello a Tajani: si blocchi il testo della riforma, si chieda di riportarlo in commissione per trovare le risorse per finanziare i Lep, elemento con cui si determina il collasso del Sud. Abbia il coraggio di tutelare gli amministratori, noi ci siamo a sostenere di fermare l’Autonomia e riportare il testo in commissione”.
Qualche voce contraria, come quella di Occhiuto, si sta levando: l’Autonomia è a rischio?
“Dubito. Questo testo arriva alla secessione che la Lega ha tanto desiderato dai suoi inizi e ora ci stanno riuscendo con i patrioti di Fdi. Sono dei veri e proprio disertori della Costituzione. Invece vedo che Fi sembra che si accontenti di qualche ordine del giorno che non porta risorse. Fi sta abbandonando il Sud”.
Da qui può nascere un fronte unico delle opposizioni?
“È necessario che nasca questo fronte, noi come Avs il nostro quasi 7% elettorale lo vogliamo mettere a disposizione per ricostruire un fronte democratico dell’opposizione. Non dobbiamo commettere l’errore del settembre 2022, quando la divisione ha consentito di vincere e governare a questa destra. Che è la destra più pericolosa perché è camuffata sotto un vestito, apparentemente moderato e accattivante, ma in realtà dal punto di vista delle politiche sociali ed economiche sta garantendo i poteri forti e invece la povertà sociale sta aumentando. E poi è camuffata anche sul tema dei valori fondanti della nostra democrazia, non hanno il coraggio di prendere le distanze da questi comportamenti, hanno paura di dichiararsi antifascisti”.
In questo fronte ci devono essere anche Calenda e Renzi?
”La questione su cui bisogna lavorare è l’unità del fronte democratico, se c’è una responsabilità da questo punto di vista si deve ragionare su un programma condiviso, che parta da maggiore giustizia sociale, politiche serie sul clima e dal fermare queste riforme. Noi siamo animati dall’unità possibile, oggi l’obiettivo è fermare”.