di Stefano Sansonetti
Volano gli stracci nel capitale del ristorante romano preferito dai renziani. Al punto che rischia di complicarsi quella sorta di “salvataggio” a cui sta lavorando uno degli imprenditori più vicini al premier, ovvero l’inventore di Eataly Oscar Farinetti. Al centro della scena c’è “Settembrini”, ristorante Vip situato nel quartiere Prati, tra gli altri frequentato dallo stesso Farinetti e da Andrea Guerra, superconsulente economico di Matteo Renzi ed ex Ad di Luxottica (liquidato con la bellezza 45 milioni di euro). Il fatto è che nelle scorse settimane, come è in grado di documentare La Notizia, è andato in onda un aspro braccio di ferro tra azionisti-debitori da una parte e finanziatori-creditori dall’altra. Proprio tra i creditori, a sorpresa, spunta fuori pure Riccardo Barenghi, la “Jena” del giornalismo italiano, già direttore de il Manifesto e firma di punta de La Stampa. Nelle scorse settimane gli attuali proprietari di Settembrini, l’avvocato Giovanni Battista Conte e il notaio Luca Troili (che tramite la Noi srl detengono il 65% della Settembrini srl), hanno citato la “Jena” opponendosi a un precedente decreto ingiuntivo con il quale il giornalista ha chiesto a Conte e Troili di restituirgli 50 mila euro più interessi legali. La citazione fa riferimento anche ad Andrea Barenghi, avvocato e professore di diritto bancario all’università del Molise, nonché fratello di Riccardo. La Notizia aveva già rivelato come proprio a favore di Andrea Barenghi fosse stato costituito un pegno sul 65% della Settembrini srl a garanzia del pagamento di una cambiale da 258 mila euro. Oltre alla “jena”, quindi, anche il fratello ha rivendicazioni economiche nei confronti dei proprietari di “Settembrini”. E le cifre in gioco sarebbero molto più alte. Conte e Troili, però, dal canto loro hanno deciso di opporsi duramente al decreto ingiuntivo contestando le condizioni a cui è stato concesso il prestito e l’applicazione degli interessi. Insomma, se le stanno dando di santa ragione. A quanto filtra, nei giorni scorsi le parti avrebbero trovato un accordo per comporre la questione. Anche perché soci e creditori non vogliono perdere per strada Farinetti, dal quale si attende un investimento nel ristorante. Ma il patron di Eataly che pensa di questi dissidi? “Non so niente di quello che lei mi sta raccontando, anzi non mi risulta”, ha risposto Farinetti a La Notizia a proposito della dialettica tra soci e creditori. Ma le carte dimostrano chiaramente il contrario. Detto questo Farinetti è sempre dell’intenzione di entrare in Settembrini? “Guardi, ci sono robe di cui non voglio parlare. La saluto, stia bene”.
Twitter: @SSansonetti