Spendere 16 milioni di euro per realizzare la tanto agognata carta d’identità elettronica. E finire per fare un potenziale regalo al terrorismo proprio quando gli allarmi arrivano da vari fronti. Per quale motivo? Semplice: il documento digitale verrà realizzato con la tecnologia belga – tutt’altro che impeccabile – scelta dal Viminale appena qualche mese fa. Così la carta di identità potrebbe essere facilmente falsificabile specie dai “professionisti” del settore. Un autogol che incrocia una spesa statale notevole e la sicurezza nazionale. Così il gruppo Alternativa libera (Al) ha presentato un’interrogazione alla Camera. Con un obiettivo preciso: chiedere al Governo di puntare sulle “tecnologie più sicure sin qui utilizzate”. Il problema riguarda proprio la tecnologia laser engraving, impiegata in Belgio con esiti fallimentari e prevista dal decreto firmato dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in accordo con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e quello della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. “Milioni di euro spesi dallo Stato con il rischio di fare un regalo al terrorismo”, dice a La Notizia Massimo Artini, deputato di Al e primo firmatario dell’interrogazione. Sì, perché il decreto prevede la “dismissione degli impianti tecnologici in essere, costati circa 6 milioni di euro al Poligrafico dello Stato, per sostituirli con altri impianti per un investimento stimato in almeno 10 milioni di euro”, si legge nel documento presentato da Alternativa libera a Montecitorio. Con un costo complessivo di 16 milioni.
TECNOLOGIA PERICOLOSA – Il laser graving è disponibile in commercio ed è perciò facilmente reperibile. Le cronache raccontano dell’arresto a Bellizzi, in provincia di Salerno, di Djamal Eddine Ouali, accusato di avere fornito carte di identità belghe false ai terroristi più ricercati d’Europa. A cominciare da Salah Abdeslam, l’unico sopravvissuto alle stragi di Parigi del 13 novembre, per continuare con Mohamed Belkaid, ucciso in un’operazione di polizia a Forest (Belgio), e per finire con l’altro attentatore suicida dell’aeroporto di Zaventem, Najim Laachroui. Insomma, la tecnica usata a Bruxelles non è propriamente infallibile. E Artini chiede un ravvedimento al Governo. Perché c’è “l’eliminazione della tecnologia a banda ottica fino ad ora in uso”: la stessa utilizzata dal dipartimento della sicurezza nazionale degli Stati Uniti da oltre 15 anni per la Green Card. E “che non ha mai subito contraffazioni di sorta”, evidenzia l’interrogazione.
SICUREZZA IN PERICOLO – Ma ci sono anche altri problemi. L’attuale normativa prevede l’invio postale della carta d’identità elettronica. Certo, viene svolto tutto seguendo la tutela dei dati personali. Ma la novità può scontrarsi con il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, secondo cui il sindaco è tenuto a rilasciare a coloro che ne facciano richiesta una carta di identità conforme al modello stabilito dal Viminale. E che infine prescrive “rigorosi (e quindi diretti) accertamenti sull’identità della persona richiedente”.