Una squadra di 33 persone. Comprensiva del social media manager, portavoce, responsabile comunicazione e altri membri dello staff con non meglio precisati compiti. Un gruppone tre volte superiore a quello di Spagna e Germania. Inferiore solo alla rappresentanza del Parlamento europeo. Il tutto a spese dei contribuenti italiani. I presidenti delle due Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, non si sono fatti mancare un ampio codazzo al seguito durante la partecipazione alla dodicesima sessione plenaria (svoltasi a Tangeri, in Marocco, dal 26 al 29 maggio) dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo”, un organismo che riunisce gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo.
Super delegazione
Leggendo il numero di delegati emerge un dato evidente: la rappresentanza italiana, composta da 33 persone, era seconda solo a quella del Parlamento europeo, formata da 35. Per il resto la Francia aveva una delegazione di 2 persone, la Spagna di 8, la Germania di 9. La motivazione ufficiale è spiegata a La Notizia dallo staff di Boldrini. “L’Italia, nella sessione di Tangeri, ha assunto la presidenza di turno dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo. Quindi rispetto agli altri Paesi l’Italia aveva un ruolo più importante nell’organismo che riunisce i Paesi che si affacciano sulle sue sponde del Mediterraneo”. Ma la tesi non convince il deputato di Forza Italia, Basilio Catanoso, che ha sollevato il caso e ha manifestato il suo stupore in una nota ufficiale inviata ai vertici di Montecitorio: “Questa è la spending review voluta da Boldrini e Grasso?” La squadra italiana in Marocco contava tra le proprie fila solo cinque parlamentari: oltre ai presidenti delle Camere, c’erano il deputato del Pd Khalid Chaouki, in qualità presidente della commissione cultura dell’assemblea parlamentare dell’ Unione del Mediterraneo, e i senatori Antonio D’Alì (Forza Italia) e Maria Mussini (Gruppo Misto).
A tutto staff
Gli altri membri della spedizione – esclusi gli interpreti – appartenevano allo staff. Oltre al portavoce Roberto Natale, Boldrini ha voluto con sé pure la responsabile dei social media, Giovanna Pirrotta, e l’addetta alla comunicazione, Valentina Loiero. Ovviamente a Tangeri c’era pure il capo dell’ufficio del cerimoniale, Mario Di Napoli. E sotto la dicitura staff, senza altre precisazioni sulle funzioni, figuravano sei persone: Martina d’Ercole, Aurora Tacus, Luca Orati, Massimiliano Ciotta, Fabrizia Bientinesi e Alessandro Bellini. Non è stato da meno Grasso, accompagnato – oltre che dagli interpreti – dal portavoce Alessio Pasquini, dal capo delle relazioni internazionali, Roberta D’Addio, e dal capo degli affari internazionali, Alessandra Lai. A cui si sono sommati altri cinque componenti dello staff: Frederico Zanette, Angela Dell’Armi, Carmine Picariello, Nicodemo Liotti, Gianluca Conti. E c’è infine una questione ulteriore sollevata dall’eurodeputato di Forza Italia, Salvo Pogliese: “La delegazione italiana era composta da una pletora di accompagnatori presentati con la qualifica di staff a differenza delle altre delegazioni che, oltre che essere di numero enormemente più esiguo, erano composte per lo più da parlamentari eletti o dirigenti delle rispettive assemblee legislative”.