Il M5s si farà garante dell’applicazione e della estensione al 2023 del superbonus 110%. Parola di Giuseppe Conte. Il leader dei pentastellati registra che sulla questione il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia Daniele Franco (nella foto) hanno già dimostrato “ampia disponibilità”, ora però – dice intervenendo a un incontro organizzato dall’Ance con tutta la filiera delle costruzioni – “bisogna tradurre l’impegno per iscritto”.
Tra Piano nazionale di ripresa e resilienza e Fondo complementare sono previsti oltre 18 miliardi per la misura. Uno stanziamento non sufficiente per la proroga al 2023, ha denunciato il M5S. Tanto che per il futuro, il governo si è impegnato a inserire nel disegno di legge di bilancio per il 2022 la proroga per il 2023. “Gli operatori devono avere la certezza delle coperture”, sollecita l’ex premier.
Che invita a semplificare le procedure e suggerisce l’estensione della misura al settore turistico e ricettivo: “Potrebbe rivelarsi lo strumento più efficace per rilanciare tutto il comparto”. E che la misura bandiera dei Cinque Stelle rappresenti un fattore chiave di crescita è quanto emerge dai numeri. Secondo gli ultimi dati del monitoraggio congiunto di Enea e Mise al 28 aprile 2021 risultano quasi 13mila interventi legati al Superbonus per un ammontare corrispondente di oltre 1,6 miliardi di euro.
Rispetto alla precedente pubblicazione del 13 aprile, si osserva un ulteriore significativo aumento in sole due settimane del 26,8% in termini di numero e del 36% nell’importo. Tra le diverse tipologie, solo il 9,8% degli interventi attivati si riferisce ai condomini. Tuttavia, si è osservata una significativa crescita di questa tipologia, che dall’inizio di febbraio ha visto crescere di quasi 6 volte il numero di interventi. Gli edifici condominiali rappresentano quasi il 40% dell’importo complessivo.
Si tratta ovviamente di lavori con importo medio importante (oltre 500mila euro), se raffrontato agli interventi su singole abitazioni (circa 90mila euro). I dati sulla crescita del settore edilizio insomma incoronano il Superbonus al 110% come la vera locomotiva che traina l’intero comparto. I dati di Ihs Markit Pmi evidenziano su aprile il tasso di espansione più alto dal 2007 per il segmento, con un indice arrivato a 57.6 dal 56.3 di marzo.
Quanto basta per far dire al M5S che è necessario lavorare subito al prolungamento della misura finanziandola “ora e non nella legge di Bilancio”. Si tratta di una misura che peraltro seduce praticamente tutte le forze politiche. Per la proroga si impegna il Pd ma anche Lega, Forza Italia e Italia viva remano in questa direzione. A gran voce dunque partiti, istituzioni e imprese, chiedono di prorogare i tempi della misura e di semplificare le procedure.
“Senza un’azione decisa sul Superbonus al 110% in tutte le sue emanazioni spegneremo uno dei grandi motori della ripresa del nostro Paese”, dichiara il presidente dell’Ance Gabriele Buia. Confindustria spiega che il superbonus 110% riguarda sì tutta la filiera dell’edilizia ma interessa e aiuta anche tutti i settori industriali che nel terzo trimestre 2020 hanno sostenuto questo Paese: la filiera dell’acciaio , della chimica, del legno, della ceramica, di di quelli che costruiscono gli impianti meccanici” e sostiene la necessità di “riattivarlo assolutamente” con la proroga al 2023 e poi “un decalage” dal 2024.
Anno in cui “non possiamo pensare di spegnere all’improvviso una misura così importante. Bisogna fare un decalage che sarà l’80% o il 70%, si faranno ragionamenti insieme e a quel punto si potrà valutare il tiraggio della misura. L’indotto delle costruzioni che è rimasto a casa è composto da 850.000 persone, noi abbiamo bisogno di riattivarlo assolutamente”.