Dopo l’imputazione coatta del gip, nessuno avrebbe scommesso sul fatto che il processo al broker di De Benedetti si sarebbe concluso in un nulla di fatto. Eppure è proprio quanto accaduto ieri quando Gianluca Bolengo (nella foto), uomo di fiducia dell’ingegnere, è stato assolto dall’accusa di ostacolo alle funzioni di vigilanza “perché il fatto non sussiste”. La vicenda risale al 16 gennaio 2015 quando Carlo De Benedetti, al telefono con l’amico, racconta di aver saputo dall’allora premier Matteo Renzi che il decreto sulle banche popolari sarebbe stato approvato in tempi brevi.
La classica occasione da non farsi sfuggire che l’ingegnere coglieva al balzo, invitando il broker a comprare azioni di banche popolari. Detto fatto, Bolengo investe 5 milioni in azioni delle popolari per conto dell’ingegnere che così guadagna. Grazie all’approvazione della riforma avvenuta proprio come previsto e solo 4 giorni dopo la richiesta, la più che discreta cifra di 600mila euro.
LA CONTESTAZIONE. Una vicenda che, secondo il gip che decise l’imputazione coatta di Bolengo, dimostrava come quest’ultimo, esperto di finanza, era consapevole di trovarsi dinnanzi all’obbligo di comunicare l’operazione finanziaria alla Consob in quanto sospetta. Un punto che non ha mai convinto la Procura che ha più volte sollecitato l’archiviazione, come il gup che ieri ha chiuso questa faccenda per la quale, a conti fatti, non ha pagato e non pagherà nessuno.