di Carmine Gazzanni
Un assegno di oltre 20 milioni staccato dallo Stato per fornire stampanti agli uffici pubblici. Spesa consistente, va bene, ma accettabile se concepita come “una tantum”: fatta una volta, si può star bene per anni. Alibi però che cade nel momento in cui scopriamo che tale “investimento” viene replicato – identico – anno dopo anno. Tanto che dal 2011 si sono susseguiti bandi-fotocopia (è proprio il caso di dirlo!) che costeranno alle casse pubbliche qualcosa come 66 milioni di euro per un totale di 193mila stampanti.
Altro che digitale
Eppure lo si è detto in tutte le salse possibili: bisogna digitalizzare le Pa. E non solo per una questione di trasparenza, ma anche nell’ottica di un concreto taglio alle spese. Non è un caso, d’altronde, che gli ultimi dati (elaborati dal Politecnico di Milano) parlino di un risparmio, a regime, tra i 25 e i 30 miliardi all’anno. Non sarebbe niente male per un Paese come il nostro che troppo spesso si riempie la bocca di parole come “spending review” senza poi darle seguito. Dimostrazione ne è appunto l’ennesimo bando indetto dalla Consip, la partecipata del ministero dell’Economia, guidato da Fabrizio Saccomanni, che ha il compito di curare gli approvvigionamenti di beni e servizi per le pubbliche amministrazioni italiane. Nonostante la mole (spesso sconclusionata) delle norme tese ad una maggiore digitalizzazione, ecco infatti il bando “per la fornitura in acquisto di stampanti e apparecchiature multifunzione a ridotto impatto ambientale”. Stiamo parlando, in totale, di ben 60 mila stampanti per una spesa prevista di oltre 20 milioni di euro. Non male. Ma il fatto è che non ci si ferma qui.
La gara
Ma entriamo nel dettaglio. Il bando, la cui scadenza è fissata a fine gennaio, è suddiviso in cinque lotti, ognuno per ogni tipo specifico di apparecchiatura. Proprio per non farci mancare nulla. Il primo prevede la fornitura di 35 mila “stampanti per uso personale B/N A4” per un totale di 4,6 milioni; il secondo 8 mila “stampanti di rete B/N A4” (3,584 milioni); il terzo 3 mila “stampanti di rete A3/A4” (4,061); il quarto 6 mila stampanti di rete a colori (3,829) e il quinto 8 mila “apparecchiature multifunzione” per poco più di 5 milioni di euro. Il calcolo è immediato: 60 mila stampanti per una spesa totale che ammonta a 21 milioni 187 mila euro.
Rifornimento annuale
Ma non finisce qui. La vera sorpresa, infatti, si scopre riprendendo in mano i vecchi appalti già assegnati. Quello che si scopre è che, tanto nel 2011 quanto nel 2012, sono stati confezionati bandi esattamente uguali a quello indetto nei giorni scorsi: tutti suddivisi in cinque lotti e ogni lotto per la stessa identica tipologia di stampanti. Per uso personale, di rete B/N, di rete A3/A4, a colori e multifunzione. Esattamente come quest’anno. Veri e propri bandi-fotocopia, dunque. Ciò che cambia, ovviamente, è quantitativo e costo totale. Nel 2011 il bando prevedeva una fornitura di 62 mila apparecchi per una spesa poco superiore ai 20 milioni, mentre nel 2012 gli apparecchi salivano a 71 mila per una spesa di 25,3 milioni. In totale, dunque, nel giro di tre anni spenderemo 67 milioni di euro per 193mila stampanti. Ora non manca altro che pensare alla prossima (ennesima) legge sulla digitalizzazione. E poi, ci mancherebbe, di corsa a stamparla.