La scelta di destinare il 2% del Pil alle spese militari – ha detto oggi il ministro della Difesa Guido Crosetto, nella corso della sua audizione sulle linee programmatiche alle commissioni riunite Difesa della Camera ed Esteri e Difesa Senato – “non è stata fatta da me, risale al 2014 ed è stata ribadita da tutti i Governi che sono seguiti”.
Crosetto: “Sono l’unico ad aver detto alla riunione Nato che il 2% è un obiettivo difficile da raggiungere”
“Io sono stato l’unico ad aver detto alla riunione Nato di ieri che il 2% è un obiettivo difficile da raggiungere – ha aggiunto Crosetto -, stante le condizioni finanziarie. Noi siamo all’1,38%, da qui la proposta di scorporare le spese per la Difesa dai vincoli di bilancio”. Altrimenti, ha avvertito il ministro della Difesa, “noi saremo i ‘Pierini’ della Nato, gli unici a non raggiungere l’obiettivo del 2% quando altri parlano già di 3% o 4%”.
“La Nato non è guerrafondaia: c’è una percezione di insicurezza nel mondo”
“La Nato – ha sottolineato Crosetto – non è guerrafondaia: c’è una percezione di insicurezza nel mondo, lo scenario internazionale è problematico. Non solo per l’Ucraina, io sono preoccupato per il fronte Sud dove il terrorismo sta crescendo: il tema principale nei prossimi anni sarà l’Africa”.
“Il ripristino della leva militare non è in agenda”
Crosetto durante l’audizione non ha parlato solo di spese militari. Il ministro ha detto che “il ripristino della leva è una scelta politica, che richiede una legge e una copertura finanziaria. Non fa parte della mia agenda e di quella del governo”. “Reintrodurre la leva – ha sottolineato – significherebbe cambiare completamente l’organizzazione delle nostre forze armate, oggi incentrata sui volontari”.
“Sbagliato l’attuale approccio alle missioni internazionali”
“Considero sbagliato l’attuale approccio alle missioni internazionali, e intendo interloquire su questo con il Parlamento prima del prossimo decreto” ha detto ancora l’esponente dell’Esecutivo davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa. “Non basta più vedere quanto siamo stati bravi ed apprezzati – ha spiegato Crosetto – dobbiamo misurare il risultato delle missioni, vedere quanto siamo stati davvero utili a quell’area, quanto abbiamo inciso ad esempio a livello di pil, di sicurezza, di istruzione. Andrebbero coinvolti anche Esteri, Agricoltura, Infrastrutture. Serve un cambio a 360 gradi, anche perché quella per le missioni è una spesa importante, arriveremo a 1,3-1,5 miliardi”.