Capitolo chiuso? Neanche per sogno. Il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, torna (metaforicamente, s’intende) sul luogo del delitto. O meglio, sul Social del delitto. Insomma, non si placa la bufera sul tweet con il quale, martedì scorso, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva svelato l’operazione in corso contro la mafia nigeriana nel capoluogo piemontese.
Insomma, ad accogliere il sarcastico suggerimento del vicepremier (“Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: gli auguro un futuro serenissimo da pensionato”, aveva replicato il leader della Lega), Spataro non ci pensa proprio. E, “facendo seguito a notizie imprecise in precedenza diffuse”, si è sentito in dovere di tornare sulla questione per chiarire alcune circostanze della vicenda che gli era stato impossibile fare “essendosi solo ieri sera (mercoledì, ndr) concluse le attività che questo Ufficio aveva delegato alla Squadra mobile della Questura di Torino”.
Un’operazione, quella di cui parla Spataro, che ha portato a provvedimenti cautelari per vari reati nei confronti di indagati di origine nigeriana. Il procuratore non cita Salvini, ma il riferimento al ministro dell’Interno è lampante. Il bilancio, alla fine, è di sei indagati su nove arrestati per associazione di stampo mafioso, di cui uno si trovava già in carcere per altra causa, e tre (su sei) per gli altri reati. Altri sei indagati sono ancora latitanti. “Le operazioni delegate si sono concluse solo ieri sera (non prima), a Padova, dove è stata eseguita una delle misure predette nei confronti di indagata per il delitto di cui all’art. 73 d.p.r. 309/90, non catturata nei giorni scorsi e tuttavia ricercata sulla base di precisi elementi che ne facevano prevedere la reperibilità – precisa ancora Spataro con linguaggio burocratico -. L’associazione di stampo mafioso oggetto della indagine in corso è denominata Eiye o Supreme eiye confraternity, sodalizio diffuso in altre parti d’Europa”.
Nella nota si sottolinea che la Procura della Repubblica di Torino, “unica competente in ordine alla direzione delle indagini, al rilascio della delega per la esecuzione di provvedimenti cautelari e alla gestione ed autorizzazione alla diffusione delle conseguenti informazioni (nella specie, concordate – come sempre – con la Polizia Giudiziaria)”, ha potuto emettere “solo nella mattinata odierna (ieri, ndr) il presente comunicato stampa per non compromettere l’esito delle operazioni delegate che non si erano concluse il 4 dicembre, ma che – come si è detto – lo sono state, ieri sera (mercoledì, ndr), con il previsto arresto a Padova”.
Insomma, un tono più formale per ribadire lo stesso concetto espresso con parole diverse qualche giorno fa: il tweet di Salvini (che, come detto, non è stato neppure menzionato dal ministro) ha rischiato di far saltare il blitz. “Le informazioni sull’operazione contro la mafia nigeriana, che ha portato ad otto arresti, sono state fornite” solo ieri “per non compromettere l’esito” l’esito della stessa. Per questo, “ai fini di una corretta informazione”, ha ricordato che la Procura è l’unica competente “alla gestione e autorizzazione alla diffusione delle conseguenti informazioni”. Ma Spataro ne ha anche per l’Anm: “Io non ho alzato i toni. Ho soltanto ricordato le competenze esclusive dell’autorità giudiziaria”. Il procuratore capo di Torini si dice, peraltro, “sorpreso” dal silenzio della giunta dell’Anm e dalle parole del presidente Francesco Minisci. E Salvini? Dal ministro, stavolta, la reazione è l’indifferenza.