Un candidato presidente ferito ad un orecchio (non è in pericolo di vita ed è già stato dimesso) e un ventenne, l’attentatore, senza vita, ucciso dai cecchini, tra la folla. Si chiama Thomas Matthew Crooks, l’uomo che ha sparato a Donald Trump con un fucile d’assalto semiautomatico, prima di essere freddato.
È stato identificato dall’Fbi che ha avviato un’inchiesta sull’accaduto: “Per ora abbiamo uno sparatore. Le indagini continueranno finché non avremo una risposta definitiva”. Un’analisi dell’Associated Press che ha analizzato tutti i filmati disponibili, mostra che l’attentatore è riuscito ad avvicinarsi sorprendentemente al palco dove stava parlando l’ex presidente (il tetto su cui si era appostato era a meno di 150 metri dal palco).
Attentato a Trump: indaga l’Fbi
“Questa sera abbiamo avuto quello che chiamiamo un tentativo di omicidio contro il nostro ex presidente Donald Trump”: lo ha detto Kevin Rojek, l’agente speciale responsabile dell’ufficio locale dell’Fbi a Pittsburgh Dopo la condanna dei leader del mondo occidentale, e quella di Joe Biden (“No alla violenza”) è arrivata anche la prima reazione del Cremlino dal portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha incoraggiato gli Usa a fare un “inventario” delle loro “politiche di incitamento all’odio contro gli oppositori politici, i paesi e le persone”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso “vicinanza agli Stati Uniti” e condannato “la violenza che non può avere spazio nel dibattito democratico”.
Attentato a Trump: le reazioni internazionali
Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito l’aggressione a Trump “uno spregevole atto di violenza che minaccia la democrazia”. Per il premier spagnolo Pedro Sanchez, “l’odio e la violenza non hanno spazio in una democrazia”. Per il presidente indiano, Narendra Modi, “la violenza non ha posto nella politica”. Anche il presidente cinese Xi Jinping ha espresso sua “solidarietà e compassione”.