Il casus belli, nella maggioranza sovranista a trazione leghista del Consiglio regionale dell’Abruzzo, è stata la designazione dell’ex assessore Paolo Gatti (Forza Italia) alla Corte dei Conti. Un nome contro il quale, questa volta, a mettersi di traverso è stato proprio il capogruppo della Lega, Pietro Quaresimale, che ha chiesto al presidente del Consiglio, Lorenzo Sospiri (FI), di votare a Palazzo dell’Emiciclo la nomina del componente non togato nell’organo di controllo delle finanze regionali. Risultato: “La designazione alla Corte dei Conti sta mettendo in mostra il caos che, ormai, regna incontrastato nella maggioranza”, mette il dito nella piaga il capogruppo M5S, Sara Marcozzi.
DUBBIA LEGITTIMITA’. Non c’è proprio bisogno di aggiungere un altro componente nella sezione regionale della Corte dei Conti, ha chiarito più volte Marcozzi. Il secondo membro non togato costerà all’Abruzzo la bellezza di 1 milione di euro per i prossimi 5 anni, se ne poteva fare a meno visto che il mandato di Antonio Dandolo, designato dall’ex governatore Luciano D’Alfonso, ora senatore Pd, non è ancora scaduto. In linea con i rilievi sollevati dai Cinque Stelle, anche la Lega, primo partito del Centrodestra in Abruzzo con 10 consiglieri regionali su 18 e 4 assessori su 6. La designazione di Gatti, mister diecimila preferenze, è stata fatta in autonomia con delibera da Sospiri su indicazione del presidente della Regione Marco Marsilio (Fratelli d’Italia, nella foto).
“È una designazione e come previsto dall’art. 142 del regolamento interno doveva passare attraverso il voto da tenersi nel corso di una seduta di Consiglio regionale – spiega ancora la Marcozzi -. Questa non è stata la procedura seguita dalla maggioranza e dal presidente del Consiglio regionale, utilizzando la procedura prevista per le nomine e non quella per le designazioni, confondendo così due istituti ben distinti”. Ergo, conclude, “se dovessero esserci ricorsi per le modalità con cui la designazione è arrivata sarebbe forte il rischio di causare danni alle casse della Regione”. Posizione condivisa da Quaresimale che, dopo approfondimenti giuridici, in conferenza dei capigruppo ha chiesto il voto sulla designazione del giudice non togato alla Corte dei Conti: “Riteniamo che ci siano dubbi di carattere normativo sulla designazione effettuata e in via prudenziale riteniamo che sia preferibile rimettere tutto al consiglio regionale”.
MAGGIORANZA SPACCATA. La spaccatura del centrodestra è servita. Per Guerino Testa (FdI) il passaggio in Aula è inutile: “è stato dato il parere della direzione affari della Presidenza che ha asserito che la designazione è legittima visto che l’istituto della delega non si limita alle nomine, ma anche alle designazioni”. Voci di corridoio riferiscono che alla Lega non sia piaciuto l’appoggio che Gatti avrebbe garantito ad Italia Viva per la riconferma di Alessia Cognitti a presidente della Ruzzo Reti che gestisce il bacino idrico del Gran Sasso, società partecipata in cui il Carroccio non è rappresentato. “Si ostinano a portare avanti una designazione, dai dubbi profili di legittimità – sottolinea Marcozzi -. Rinnoviamo l’invito al presidente Sospiri a revocare in autotutela il conferimento dell’incarico e procedere per il voto del Consiglio, seguendo quanto previsto dal Regolamento – conclude la pentastellata -. Aspettare e nascondere una spaccatura nel centrodestra che è, ormai alla luce del sole, significa esporre l’Abruzzo a rischi economici che non possiamo permetterci”.