Il messaggio lanciato ieri dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è chiaro: il concorso “deve tornare ad essere la normalità in questo Paese. Negli ultimi anni p mancata programmazione, la scuola invece ne ha bisogno”. Una linea condivisibile e difficilmente criticabile. A meno che ad ascoltarla non sia Matteo Salvini. Il segretario leghista, resosi protagonista di mille improperi e offese gratuite all’indirizzo della ministra pentastellata, in questi giorni è tornato ad attaccarla proprio sul concorso: fa niente per se per anni migliaia di docenti sono stati presi in giro abbandonati nel limbro della precarietà. La Azzolina, però, non ha battuto ciglio e davanti alle ennesime accuse del Carroccio non si è tirata indietro: il concorso si farà e porterà all’assunzione di 32mila docenti a tempo indeterminato.
Non solo: dopo il concorso straordinario si procederà con l’immissione in ruolo di altri 45.000 docenti. L’auspicio è che cessino presto tutti i tentativi di boicottaggio del giusto operato della ministra Azzolina: la scuola è un bene che non può e non deve essere strumentalizzato da nessuno. Purtroppo, però, ad ostacolare incredibilmente tali assunzioni sono anche tante parti sociali, a cominciare dai sindacati. Per la Cisl non vi era una particolare urgenza, i posti a concorso sono insufficienti a coprire le necessità, non è prevista alcuna alternativa per coloro che causa quarantena o di un semplice raffreddore, che diventa più serio data la situazione di emergenza, non potranno partecipare. Insomma, tutto inutile per il sindacato. Alcuni docenti precari hanno invece scritto una lettera aperta chiedendo – anche qui piuttoso inspiegabilmente – di bloccare “l’espletamento delle prove concorsuali del comparto scuola, previste dal 22 ottobre al 6 novembre 2020, finché non sarà cessata l’emergenza pandemica da coronavirus”.
GIUSTA BATTAGLIA. La realtà, invece, è un’altra. Con le giuste precauzioni e la doverosa tutela è più che doveroso non fermarsi e garantire assunzioni che il comparto scuola aspetta da troppo tempo. Nessun Paese come l’Italia sta gestendo l’emergenza (prova ne sia l’enorme quantità di mascherine consegnate) e a maggior ragione le sfide per garantire la giusta istruzione non devono interrompersi, ma continuare nel solco tracciato. Ed ecco perché suona al di là del ridicolo gli appelli dei sovranisti italiani a bloccare il concorso. Proprio loro che hanno più e più volte dubitato dell’emergenza sanitaria post-lockdown. Ma si sa: strumentalizzare finanche il Covid per attaccare il governo è un’arma che piace alle opposizioni e alle destre che, si vede, non hanno argomentazioni da far valere nel merito. È doveroso combattere il precariato, arma di ricatto contro migliaia e migliaia di lavoratori, altro “virus” di cui è vittima l’Italia da troppo tempo.