Più che riforma Salva-Stati bisognerebbe chiamarla fondo Spacca-Stati. Certo è che la riforma del meccanismo riporta il dibattito tra maggioranza e opposizione ai livelli di guardia con il premier e il leader della Lega che affilano i coltelli. Giuseppe Conte, chiamato a riferire in Parlamento il prossimo 10 dicembre, sembra essere tornato ad agosto, quando sfoderava la sua verve polemica contro l’alleato che faceva cadere il governo. Si scaglia contro Matteo Salvini con un’inusuale forza dandogli dell’ “irresponsabile” per aver sollevato un “delirio collettivo” su un argomento che la Lega di Governo aveva ampiamente condiviso in vertici di maggioranza. Ora, attacca il premier, c’è chi “scopre” di essersi seduto al tavolo “a sua insaputa” o “non avendo capito quel che si era studiato”. In questo modo non si fa “un’opposizione seria, credibile”, ma solo “sovranismo da operetta”.
La replica, ovviamente, è altrettanto velenosa. “Il signor Conte è bugiardo o smemorato. Se fosse onesto direbbe che a quei tavoli, così come a ogni dibattito pubblico, compresi quelli parlamentari, abbiamo sempre detto di no al Mes. Non è difficile da ammettere” ribatte Salvini. La questione intanto agita anche il M5s dopo la richiesta fatta a Luigi Di Maio dai deputati per convocare un vertice di Governo. La riunione è stata accordata, si terrà domani mattina (venerdì), ma sul capo M5s è piovuta l’accusa di aver teso un sgambetto al premier. Di Maio nega e il M5s lo appoggia: “Eravamo e continuiamo a essere contrari all’affidamento al Mes di compiti di sorveglianza macroeconomica degli Stati membri”. Una posizione rimasta agli atti visto che non più tardi del giugno scorso il Blog delle Stelle tuonava contro la riforma e chiedeva a Conte di porre il veto. Anche per questo c’è chi giura che alla fine la riforma non potrà passare. Ne va della stabilità del gruppo parlamentare.