Sorgerà all’interno della seconda piramide progettata da Herzog e De Meuron in piazza Baiamonti a Milano, il Museo Nazionale della Resistenza. Uno spazio di 2.500 metri quadrati che saranno interamente dedicati alla Resistenza e alla sua memoria. E’ quanto hanno annunciato, questo pomeriggio, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Marino, il sindaco del capoluogo lombardo, Giuseppe Sala, e il ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini.
Il ministro ha spiegato che, rispetto ai 2,5 milioni di euro stanziati 4 anni fa, “ora se ne aggiungono altri 15, per un totale di 17,5 milioni”. La decisione sulla futura sede del museo arriva dopo le polemiche sorte intorno all’iniziale collocazione all’interno della Casa della Memoria, considerata troppo piccola da numerose associazioni, a partire dall’Anpi, e troppo ingombrante per le attività della stessa Casa della Memoria.
“La forma giuridica alla base del Museo – ha aggiunto Franceschini – sarà quella della fondazione, per una forma partecipativa aperta, anche perché è fondamentale tenere in rete tutti i luoghi che si occupano di Resistenza”. Franceschini ha voluto ringraziare anche la Regione Lombardia, che ha partecipato affinché fosse possibile aprire questo museo e “ha dimostrato interesse”. Il sindaco Sala ha ricordato come “queste siano state giornate difficili, ma anche positive, chiuse dalla presenza del presidente Mattarella alla prima della Scala. E la notizia che diamo oggi è molto positiva per tutti i motivi elencati dal ministro Franceschini”.
In merito alle polemiche sulla collocazione dello spazio espositivo, Sala ha spiegato che “c’era consapevolezza del fatto che il progetto, per com’era pensato, non era quello che sarebbe dovuto essere un Museo Nazionale della Resistenza (lo spazio all’interno della Casa della Memoria sarebbe di stato di circa 400 metri quadrati, ndr.). Siamo fiduciosi che verrà fuori qualcosa di prestigio per Milano e di rilevante per il Paese”.
Il primo cittadino ha spiegato che il museo che sorgerà in Piazzale Baiamonti sarà “uno spazio in cui lavoreremo anche per quella parte di città che è da sistemare, per aggiungere verde e per lavorare su marciapiedi e strade. Il Comune parteciperà con la rigenerazione di quella parte di quartiere, ma ora il tema è, dopo aver avuto la conferma dei fondi, verificare tempi e modalità, per capire quando potremo promettere di avere questo museo finito”. Un’area che il sindaco ha definito centrale, nonché “una parte di una nuova Milano che si poggia ancora su quella vecchia”. I 17 milioni che arriveranno serviranno per costruire tanto l’edificio quanto parti dei contenuti.
“In un momento come questo – ha detto, invece, Franceschini -, credo sia giusto ci sia il segnale, forte, di regalare al Paese e a Milano questo museo della Resistenza. E’ un passaggio che ha la sua importanza straordinaria e spero trovi consenso generale. In Italia esistono tanti luoghi importanti e belli per ricordare la Resistenza: musei e archivi, ma mancava un Museo Nazionale. E Milano è un luogo naturale”. A titolo personale, il ministro ha quindi voluto sottolineare di essere “figlio di un giovane partigiano bianco e mi sono sempre portato dietro la paura che il ricordo della Resistenza si smarrisca. Questo museo sarà un importante luogo che ricorderà ai giovani cosa hanno fatto i nostri padri e le nostre madri, sacrificando tutta la loro giovinezza per la libertà e per la democrazia, che oggi può apparire scontata”.