Una Repubblica fondata su condoni e sanatorie. La Cgil mette in fila i 18 provvedimenti emanati dal governo Meloni che, in nome della ‘pace fiscale’, favoriscono chi non paga quanto dovuto allo stato o alle amministrazioni locali con palese ingiustizia nei confronti di chi paga regolarmente e di vantaggi non ne riceve.
L’economista Cristian Perniciano ha cercato sanatorie e condoni durante il governo Meloni: sono 18
Cristian Perniciano, economista che per la Cgil nazionale si occupa di politiche fiscali, sottolinea al gran parte dei provvedimenti nella prima legge di Bilancio del 2022 che contiene 12 tra condoni e sanatorie. Un messaggio politico chiaro da parte del governo Meloni appena insediato: la lotta all’evasione fiscale è una delle ultime priorità dell’esecutivo e della maggioranza. Le promesse in campagna elettorale in questo caso sono state mantenute. In quella legge di Bilancio viene approvata la “rottamazione quater” delle cartelle esattoriali emesse tra il 1° gennaio 2000 ed il 30 giugno 2022, in modo che il debitore beneficiasse dell’abbattimento di sanzioni e interessi, interessi di mora, sanzioni civili e somme aggiuntive e anche l’aggio in favore dell’agente della riscossione.
Poi c‘è la rottamazione delle multe stradali, l’annullamento automatico dei debiti fino a 1000 euro con l’Agenzia delle entrate dal 2000 al 2010. Poi una sanatoria per i guadagni in criptovalute, oltre a un ribasso della tassazione. Poi ci sono le agevolazioni per gli avvisi bonari, con sanzioni ridotte al 3% invece del 10%, una sanatoria delle irregolarità formali, cancellate con un pagamento di 200 euro per ciascun periodo d’imposta e la riduzione delle sanzioni sugli atti di accertamento. Non è tutto.
Dalla manovra sono arrivati anche lo sconto per la conciliazione agevolata delle controversie tributarie, con una sostanziale riduzione delle sanzioni e una dilazione dei pagamenti sino a 5 anni, poi la definizione agevolata delle liti pendenti, per chiudere le controversie con il fisco con sconti e dilazioni sino a 54 rate e infine “il salva calcio”, vale a dire la possibilità per società e associazioni sportive di rateizzare in 5 anni il pagamento dei versamenti sospesi per l’emergenza Covid.
Meloni aveva parlato delle tasse come “pizzo di Stato”. Poi si era scusata ma i fatti dicono che la pensa proprio così
È di questo governo anche la rinuncia agevolata dei giudizi in cassazione, con la riduzione delle sanzioni a un diciottesimo del minimo previsto dalla legge oltre allo scudo penale per alcuni reati tributari, introdotto nella legge che stabiliva misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali. Lo scudo penale dei reati tributari hanno dovuto infilarlo in una legge che stabiliva misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali. Troppo complicato metterlo nella legge di Bilancio. Ancora: la riduzione delle multe per chi non emette scontrini e fatture. La delega fiscale ha seguito la stessa linea don due provvedimenti: la rateazione “ordinaria” degli importi dovuti sino a 10 anni e la cancellazione automatica dopo 5 anni delle somme inesigibili.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva parlato delle tasse come un “pizzo di Stato” durante un suo comizio a Catania il 27 maggio dell’anno scorso. Sommersa dalle critiche aveva poi parlato di “evasione come terrorismo”. Aveva capito perfettamente che le cose bastava farle senza bisogno di dirle e quei 18 provvedimenti puntellati durante il suo governo sono molto di più dei due indizi che fanno una prova.