Giuseppe Conte è il leader politico più amato. Questo hanno sentenziato i sondaggi politici di Ipsos illustrati ieri a DiMartedì su La7 da Nando Pagnoncelli. Il futuro capo politico del MoVimento 5 Stelle supera Roberto Speranza, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. E cresce l’insoddisfazione nei confronti di Draghi
Sondaggi politici: Conte è il leader più amato
I sondaggi politici di Ipsos dicono che Conte riscuote un consenso pari al 61% del campione. Subito dopo di lui viene il ministro della Salute Speranza che però ha un distacco di venti punti (41%), mentre la leader di Fratelli d’Italia insegue con il 37%. Sopravanzando, nella lotta per la leadership del centrodestra, il Capitano della Lega che è al 33%. Tallonato a sua volta dalla new entry Enrico Letta, nuovo segretario del Partito Democratico, che arriva al 32%. Dopo di loro Silvio Berlusconi (29%) e Vito Crimi (18%). Ultimo, come spesso gli succede in queste rilevazioni, Matteo Renzi con il 12%.
Secondo i sondaggi di Ipsos la forza politica che trae maggiore vantaggio dall’essere entrata nella maggioranza che sostiene il governo Draghi è la Lega (23%), seguita dal Pd (13%) e Forza Italia. Poi c’è il M5s (13) e Italia Viva di Matteo Renzi (7%). Crescono i delusi nei confronti dell’esecutivo (al 28%, ma il 48% è soddisfatto). Il campione è spaccato sul piano vaccini del generale Francesco Paolo Figliuolo: sta funzionando per il 39%, non sta funzionando per il 33%. Infine il 40% boccia il condono del decreto ristori mentre il 34% lo approva. Il condono è inaccettabile in ogni modo per il 27% degli intervistati, mentre sarebbe accettabile solo se si restituisse la stessa cifra anche a chi ha pagato tutto per il 37%.
Sondaggi: il crollo della fiducia in Draghi
Per il neopresidente del Consiglio la luna di miele con l’opinione pubblica sembra già finita: in un mese il suo governo perde il 10% del suo gradimento secondo Euromedia Research. Mentre anche gli altri istituti forniscono numeri simili. Per Euromedia Research di Alessandra Ghisleri è al 47% (e partiva dal 57), secondo Aqua Group di Fabrizio Masia è al 40% (una settimana fa era al 42), anche per Antonio Noto (Noto Sondaggi) è al 40, in discesa di circa 4 punti dall’ultima rilevazione. E anche il giudizio nei confronti del premier è in crisi. La fiducia in Draghi scende dal 57 al 52% secondo i numeri di Noto, dal 64 al 57% per quelli della Ghisleri.
Le ragioni le spiega Alessandra Ghisleri di Euromedia Research: “Più il tempo passa, più le persone aspettano qualcosa di concreto”. Ovvero: “Draghi fa bene a comunicare poco, è la sua cifra e il suo stile, credo si sia imposto di parlare solo nel momento in cui c’è qualche risultato effettivo da presentare all’opinione pubblica. Al tempo stesso però la gente sente il bisogno di essere tranquillizzata, sia sui ristori che sull’evoluzione della pandemia. La gestione del caso AstraZeneca, ad esempio, poteva essere affrontata in modo più limpido e rassicurante”.
E questo perché, secondo Antonio Noto di Noto sondaggi, c’è un problema alla radice. Ovvero: “Mettendo insieme destra e sinistra il premier partiva da un bacino potenziale di consenso vicino al 70%, se si sommano le percentuali dei partiti di maggioranza. Un potenziale altissimo. È difficile mantenere un consenso di questo livello. La grande attesa iniziale e l’aspettativa alimentata dal racconto dei media possono diventare un boomerang”.
Sondaggi: M5s in crescita, Pd in calo
Intanto i sondaggi politici di Piazzapulita della scorsa settimana su dati di Index Research dicevano che il MoVimento 5 Stelle continuava la sua crescita con Giuseppe Conte leader mentre il Partito Democratico perdeva punti. Anche la Lega e Fratelli d’Italia erano in crescita. E anche per l’istituto calava la fiducia in Draghi e nel suo governo dopo poche settimane a Palazzo Chigi. Secondo le rilevazioni il M5s era il partito che guadagna più punti rispetto a due settimane fa, crescendo dello 0,8% e approdando al 15,3%. Anche la Lega guadagnava voti (+0,6%) e arrivava al 24% mentre il terzo partito era Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che arrivava al 16,6%. Poi c’era il Pd, che sembrava aver perso l’effetto Letta segretario e calava dell’1,1% in due settimane (ora è al 18%) ma rimaneva al secondo posto nelle preferenze degli italiani.
Forza Italia era al 7% (in calo dello 0,1%) mentre Azione di Carlo Calenda era al 3,9% e Sinistra Italiana, all’opposizione del governo Draghi, la tallonava al 3,8% (+0,1%). Italia Viva di Matteo Renzi calava della stessa percentuale e rimaneva inchiodata al 2,8% mentre Più Europa era all’1,8% (in calo dello 0,4%). Europa Verde è al 2,2% (+0,1%) e Cambiamo! di Giovanni Toti all’1,5%. La fiducia in Mario Draghi era in calo di quasi un punto percentuale in due settimane: 63%. Quella nel suo governo era al 46,3%.