Di riforme costituzionali se ne parla da decenni, ma alla fine non se n’è mai fatto nulla o quasi. L’unica eccezione è quella della riforma del Titolo V che non ha inciso più di tanto, però, sul ruolo del governo. Diverso il discorso per quei progetti che avrebbero cambiare l’assetto istituzionale centrale, come dimostrano le riforme respinte dai referendum con Berlusconi prima e Renzi poi. Oggi è la volta del premierato proposto dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La riforma costituzionale prevederebbe l’elezione diretta del premier, cambiando anche il ruolo del capo dello Stato. Ma cosa pensano gli italiani di questa proposta? Sono favorevoli o contrari? Qualche dettaglio lo fornisce un sondaggio di Ipsos che il suo presidente, Nando Pagnoncelli, illustra sul Corriere della Sera.
Il sondaggio sul premierato: cosa pensano gli italiani della riforma costituzionale di Giorgia Meloni
Gli italiani sembrano perplessi: il 25,8% ritiene che la riforma porti maggiore stabilità e governabilità, come sostiene Meloni. Ma ben il 30,2% pensa il contrario e, ancor di più, il 44% non sa esprimersi. Ancora, divisione anche su un altro punto: il 36,3% crede che il premierato possa ampliare la democrazia permettendo ai cittadini di esprimersi direttamente, mentre il 36,2% (percentuali quasi uguali) teme il rischio di eleggere persone non all’altezza.
C’è poi il ruolo del presidente della Repubblica: secondo il 32,2% degli intervistati non verrebbero intaccati i suoi poteri attuali, per il 31,5% invece ci sarebbe una limitazione. Prevale, anche in questo, chi non si esprime (il 36,3%), a dimostrazione di un tema ancora poco conosciuto e che poco scalda i cuori.
Elettori divisi sulla riforma costituzionale
Consenso elevato solamente sull’abolizione dei senatori a vita: è d’accordo il 48,3% e contrario il 23,5%. In definitiva, ha un giudizio della riforma abbastanza o molto positivo il 32,4% del campione e un giudizio negativo il 31,5%. Non si esprime il 36,1%.
Per quanto riguarda gli elettori, quelli di Fratelli d’Italia sono nettamente a favore e quelli del Pd fortemente contrari. Più indecisione tra gli altri: un terzo degli elettori del Movimento 5 Stelle è a favore della riforma, così come un quarto di quelli di sinistra ed ex Terzo Polo. Contrario, invece, un quinto degli elettori di Lega e Forza Italia.