I sondaggi parlano chiaro: il condono fiscale contenuto nel Decreto Sostegni sta sgonfiando il consenso di Mario Draghi e il suo governo. Mentre Giuseppe Conte è il leader politico più amato d’Italia (in attesa di diventare il capo del MoVimento 5 Stelle).
Sondaggi: il condono sgonfia Draghi. E la Lega perde il 7 per cento in Lombardia
Oggi Il Fatto Quotidiano racconta che il consenso del governo si sta sgonfiando secondo i sondaggi raccontati da Nando Pagnoncelli di Ipsos a DiMartedì due sere fa, a conferma di una tendenza che è comunque in atto da tempo. La prima rilevazione è sul gradimento di Mario Draghi, che convince il 48 per cento degli italiani, con il 28 per cento che si dice “deluso” e un italiano su quattro che non esprime un’opinione. Negativi i giudizi sul condono appena approvato: il 40 per cento degli intervistati lo reputa una “ingiustizia”, contro il 34 che invece ritiene sia “accettabile”.
Più nel dettaglio, il 35 per cento lo riterrebbe ricevibile se si restituisse l’equivalente della quota condonata a chi ha pagato tutte le tasse, mentre un 27 per cento lo reputa “sempre inaccettabile” e solo il 17 considera il condono giustificabile in ogni caso. Giuseppe Conte è poi davanti a tutti col 61 per cento di gradimento. Il secondo, Roberto Speranza, è lontano di 20 punti, mentre Giorgia Meloni si ferma al 37 per cento e Matteo Salvini al 32. Il neo segretario dem Enrico Letta debutta anche lui al 32 per cento, mentre ultimo in graduatoria c’è ancora Matteo Renzi,
immobile al 12 per cento.
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Mentre Conte è il leader più amato
Ma c’è anche altro. Dagospia ieri ha raccontato che alcuni sondaggi, commissionati da Berlusconi, registrano un clamoroso calo della Lega nella sua regione-granaio: -7%. Una caduta figlia dei disastri del governatore Attilio Fontana e del già liquidato Giulio Gallera. Il colpo di grazia è stato l’azzeramento dei vertici di “Aria”, la centrale degli acquisti lombarda, dopo un anno di problemi: dal caso camici ai test sierologici fino alla gestione dei vaccini.
Come rileva “il Foglio”, il commissariamento del sempre più indigesto Fontana c’è già stato con l’arrivo della Moratti e la promozione del salviniano di ferro, Guido Guidesi, ad assessore allo Sviluppo economico. Eppure Salvini – visto il crollo del gradimento della Lega nel fortino lombardo – aveva anche accarezzato l’idea di far dimettere Fontana ed evitare così nuove grane.
Ma poi per la Lega si aprirebbe un altro problema: chi mettere al posto di Fontana? Il candidato non ha candidati spendibili. E visto che le alternative in altre regioni sono state Ceccardi e Borgonzoni (e si sa com’è andata a finire) allora meglio stare fermi. Piuttosto che peggiorare la situazione.