Carrefour nei guai. Il copione sarebbe stato lo stesso scoperto nelle precedenti indagini sulla somministrazione illecita di manodopera condotte dal pm milanese Paolo Storari. Anche nel caso della società GS, partecipata al 99,8% da Carrefour Italia, nei confronti della quale ieri la procura milanese ha emesso un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di 64,7 milioni di euro, l’ipotesi di reato riguarda, come ha spiegato il procuratore Marcello Viola in una nota, “il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera”.
Carrefour nei guai. La Procura di Milano ha scoperto “una complessa e articolata frode fiscale”
Le indagini, coordinate dalla procura di Milano ed eseguite dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Milano con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, riguardano una presunta “complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale”, ossia GS, “del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro”.
Alcune ocietà “serbatoio” si aggiudicavano appalti di servizio
Una serie di società definite “serbatoio”, spesso costituite come cooperative, si aggiudicavano appalti di servizio. Queste società vengono accusate di avere “sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” ai lavoratori. Si tratterebbe di società dalla vita molto breve, venivano infatti dismesse dopo aver accumulato “ingenti debiti tributari”. Chiusa una società serbatoio, se ne apriva subito un’altra e i lavoratori migravano dalla vecchia alla nuova società.
“Tra il 2018 e il 2022 GS spa del gruppo Carrefour”, scrive il pm Storari nel decreto, ha “fatto largo ricorso all’esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto” con un meccanismo di presunte false fatture che “ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche ingentissimi danni all’erario”. Uno “sfruttamento lavorativo” che, tra l’altro, come il presunto sistema “fraudolento”, è “tutt’ora in atto” e a “tutto vantaggio” della società della grande distribuzione alimentare.
I precedenti: da Esselunga a Lidl fino a Ups e Securitalia
Nel decreto si legge anche che le indagini proseguono ancora per individuare “ulteriori serbatoi di personale”, rispetto a quelli già messi nero su bianco negli atti. Il “potenziale danno erariale” allo Stato viene quantificato in quasi 110 milioni di euro e in più tabelle vengono indicati i 13 fornitori in rapporti con GS nello schema di “interposizione fittizia di manodopera”. Nell’atto del pm c’è anche il lungo elenco di indagini dello stesso genere che hanno portato a sequestri e iniziative giudiziarie nei confronti di aziende della logistica, della grande distribuzione, del facchinaggio e anche della vigilanza privata, tra cui diversi colossi nei rispettivi settori. Tra queste Dhl, il gruppo Gls, Spumador, Salumificio Beretta, Spreafico, Movimoda, Uber, Lidl, Nolostand-Fiera Milano, Schenker, Aldieri, gruppo Cegalin-Hotelvolver, Brt, Geodis, Esselunga, Ups, Chiapparoli e Securitalia.
Perquisizioni sono state eseguite ieri “nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Torino nei confronti delle persone fisiche e giuridiche coinvolte, con contestuale notifica delle informazioni di garanzia, anche in tema di responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società, a favore di quest’ultima”. GS Spa ha oltre 1.500 punti vendita in Italia, tra ipermercati e supermercati. Il suo volume d’affari è stato di oltre 4 miliardi di euro nel 2022.