Oggi sindacati di nuovo in piazza a Roma e Milano per la solita giornata di mobilitazione nazionale unitaria promossa da Cgil, Cisl e Uil nazionali con addentellati di presenze locali. In rappresentanza della trimurti interverrà il segretario Uil, Pier Paolo Bombardieri, che chiuderà la manifestazione dal titolo magniloquente “Ripartire dal lavoro”, facendo però sciopero, sarebbe da aggiungere allo slogan. In questo periodo i sindacati, naturalmente sempre di venerdì per fare ponte, non lesinano la loro attività di intralcio alla ripartenza di un Paese, l’Italia, già tanto provato dalla pandemia, senza senso di responsabilità civica. Quando c’è da dare una mano all’esecutivo c’è sempre un sindacato che si oppone e questo va detto pur nel giusto riconoscimento che è costituzionalmente dovuto al loro ruolo.
Ma in realtà da anni l’attività sindacale sembra essersi progressivamente sempre più politicizzata e periodicizzata. Questo è il periodo della vendemmia autunnale e i sindacati si preparano, con tutta evidenza, ad un nuovo “autunno caldo” che sarà fatto di limiti e problemi lanciati per intralciare l’attività esecutiva. Si pensi solo al tema della scuola, così delicato, così importante. Cosa fanno i sindacati? Ne approfittano per lanciare uno sciopero nazionale il 24 e il 25 settembre e così assestare un nuovo colpo ad un’attività, come detto, delicatissima, che è quella dell’insegnamento. E che dire dell’incredibile sciopero in Sicilia annunciato dei trasportatori in piena pandemia a marzo di quest’anno? E per fortuna intervenne la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali bloccando poi le minacce a livello nazionale anche sui supermercati.
Manovra vigliacca in un momento di grande vulnerabilità delle istituzioni, come adesso per la scuola. Due giorni fa i sindacati erano in sciopero per la sanità privata. Le organizzazioni sindacali in realtà pensano, come tutte le forme di potere, solo ad auto-perpetuarsi e poco loro importa che questa perniciosa volontà crei grandi problemi alla gente comune e non certo ai ricchi che possono fare diversamente. A loro interessa solo difendere, in astratto, la categoria, salvo randellare allegramente l’intera società. Sembra essere tornati ai tempi del sindacalismo rivoluzionario di George Sorel in cui i sindacati facevano di fatto politica senza essere eletti. In questi momenti veramente cruciali per l’avvenire dell’Italia i sindacati, se possono, ci mettono il cosiddetto carico da undici non mostrando il minimo segno di attenzione per i superiori interessi comuni nazionali che vengono puntualmente sacrificati.
Il sindacato, come detto, ha un rilevantissimo ruolo fissato dalla Costituzione, ruolo che non può essere però mai svilito in una visione di parte e supinamente piegata ad interessi del particulare. Per questo bisogna che la Commissione di garanzia si prepari ad intervenire prontamente ed efficacemente prima che sia troppo tardi e scioperi insensati mettano a repentaglio la difficilissima fase della ripartenza. Meglio comprimere qualche diritto particolare che perdere quelli generali, come è puntualmente accaduto negli ultimi anni con singolare tempismo ogni volta che c’era da mettere in difficoltà milioni di persone con continue minacce di sciopero poi spesso realizzate. Non è questo l’alto ruolo che avevano disegnato per i sindacati i padri costituenti, ma non potevano prevedere l’utilizzo che avrebbero fatto il futuro delle loro prerogative. Tornino quindi al loro vero compito che è quello di tutelare i lavoratori, soprattutto quando chiedono loro aiuto e spesso rimangono inascoltati e lascino ai partiti il compito di fare politica.