L’aiutino, se così si può dire, arriva puntuale, ogni anno. Per carità, nulla in grado di coprire in modo risolutivo le voragini di bilancio del Sole 24 Ore, che nel solo 2016 ha perso qualcosa come 92,6 milioni di euro. Ma di sicuro si tratta di un assegno che fa comodo, soprattutto in un momento in cui il gruppo editoriale della Confindustria sta disperatamente tentando di risalire la china. Diciamo subito che i soldi messi sul piatto sono pubblici, visto che vengono erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti. Si dà infatti il caso che qualche giorno fa la società controllata dal Tesoro, guidata dal presidente Claudio Costamagna e dall’amministratore delegato Fabio Gallia, abbia firmato un contratto che garantisce in un anno 436.200 euro proprio a beneficio della società Il Sole 24 Ore Spa. Il tutto per un servizio di “inserzioni pubblicitarie”, che comprende sia “avvisi finanziari” sia “avvisi legali”. I documenti disponibili parlano di una “procedura negoziata senza indizione di gara”, la cui giustificazione è fissata subito dopo: “i servizi possono essere forniti unicamente da un determinato offerente per ragioni che sono tecniche”. E non è la prima volta che succede.
Il precedente – Anche l’anno scorso e due anni fa, per lo stesso servizio, la Cdp ha messo a disposizione del Sole 24 Ore somme annuali che oscillano intorno a 440 mila euro. La Notizia ha chiesto a Cdp come mai il gruppo del quotidiano della Confindustria passi sempre all’incasso, peraltro senza concorrere in una procedura di gara. La società pubblica ha premesso che “il contratto con il Sole 24 Ore si inserisce nell’ambito di accordi che Cdp ha sottoscritto con i principali gruppi editoriali italiani con l’obiettivo di pubblicizzare la propria offerta finanziaria”. In particolare, ha voluto puntualizzare la società, “oggetto delle inserzioni è la quotazione dei tassi relativi ai prodotti di finanziamento, dei tassi e gli indici relativi alle emissioni dei prodotti di risparmio postale (buoni fruttiferi e libretti di risparmio) oltre al verbale di assemblea e la relazione annuale finanziaria, etc”. Ma perché la strada del Sole 24 Ore sarebbe obbligata? Sul punto Cdp ha risposto che “gli accordi rispondono sia a logiche di trasparenza verso il mercato, sia alle prescrizioni di carattere normativo che ci obbligano a dare comunicazione mediante pubblicazione su quotidiani a diffusione nazionale, di cui uno economico: la procedura adottata è quindi l’unica che permette di garantire questo risultato”. E così, di anno in anno, l’accordo con il Sole viene rinnovato, a una somma che per la Cassa risulta conveniente. Ad ogni modo questo sembra essere un periodo piuttosto movimentato per i contratti di fornitura e le consulenze della Cassa Depositi. Una gara molto ambita, a quanto pare, è quella che mette in palio servizi di “consulenza strategica” in favore della società pubblica. In pratica ci troviamo di fronte a una delle tante procedure con cui la Cdp, nonostante un Consiglio di amministrazione e folte schiere di manager, decide di affidarsi all’esterno per un bel po’ di decisioni vitali per l’azienda. Per carità, non è certo la prima volta che la Cdp si fa aiutare in quella funzione strategica che è la predisposizione del piano industriale. Né è l’unica società pubblica che guarda al di fuori del suo pur largo perimetro per fare questo. Ma è un fatto che dopo l’ultima determina a contrattare, datata 7 febbraio 2017, attorno a questa gara si è scatenato un incredibile interesse, con ben 11 società ammesse.
Le caratteristiche – Il bando, del valore di 2 milioni di euro in tre anni, è diviso in due lotti. Il numero 1 riguarda la consulenza per la redazione dei piani industriali, mentre il numero 2 fa riferimento a una consulenza per il monitoraggio dei piani stessi. Ed è ancora la determina a contrattare a chiarire che una singola società pretendente non può aggiudicarsi entrambi i lotti, perché questo creerebbe un evidente conflitto d’interessi. Nulla vieta però a una società o a un raggruppamento di presentare la propria candidatura per tutti i lotti. Ne viene fuori così che, al momento, Accenture e un raggruppamento con a capo Roland Berger (nel ruolo di mandataria) sono state ammesse dalla Cdp alla corsa per il lotto 1 e il lotto 2. Per il solo lotto 1 sono state ammesse Kearney Italia, The Boston Consulting Group e McKinsey. Per il solo lotto 2 Oliver Wyman, Goetzpartners, Ernst&Young, Kpmg, Mazars Italia e Business Integration Partners. Insomma, tutto compreso sono 11 le società di consulenza che ambiscono ad aiutare la Cdp nella redazione del suo piano industriale. Di sicuro un bel segnale per il duro lavoro che questa attività comporta per i vertici della società controllata dal ministero di via XX Settembre.
Twitter: @SSansonetti