Atteso per domani il via libera al nuovo presidente della Rai scelto dal premier Mario Draghi, su indicazione del ministro dell’economia e finanze Daniele Franco. A Palazzo San Macuto la Commissione Vigilaza deciderà sulla nomina di Marinella Soldi, oggetto di scontri nei giorni scorsi tra i diversi partiti che sostengono l’esecutivo. Come amministratore delegato sempre Draghi ha invece scelto Carlo Fuortes (leggi l’articolo).
IL QUADRO. Il voto sulla Soldi è l’ultimo passaggio per arrivare al nuovo CdA dopo le quattro nomine fatte la scorsa settimana da Camera e Senato. E occorre il voto favorevole dei due terzi dei componenti della Vigilanza. Fuortes, sovrintendente della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, ha fatto storcere il naso alle destre, Lega in primis, essendo ritenuto un uomo del Pd.
La Soldi ha creato invece tensioni per non essere stata la scelta concordata con i partiti. Senza contare che Giorgia Meloni, fatta fuori da viale Mazzini, ha persino indirizzato una richiesta a Draghi e al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, chiedendo che venga ritirata la proposta della Soldi in favore del suo consigliere uscente in CdA, Giampaolo Rossi. Ma Palazzo Chigi tira dritto e non sono previste particolari sorprese, anche se sarà un banco di prova per lo stesso Movimento 5 Stelle.
“In vista del parere vincolante che la Commissione di Vigilanza dovrà esprimere sulla designazione di Marinella Soldi a presidente della Rai – ha dichiarato la senatrice dem Valeria Fedeli – ritengo utile e opportuno ricordare e sottolineare che è fondamentale assicurare la massima condivisione e unanimità sui vertici dell’azienda proposti dal governo a garanzia del pluralismo e dell’autonomia del servizio pubblico”.
L’esponente del Partito democratico ha inoltre sottolineato l’urgenza di rilancio di una Rai autonoma, plurale, autorevole, credibile, innovativa e inclusiva, per accompagnare il Paese attraverso la sfida della ripartenza. “Mi auguro che mercoledì la Vigilanza scelga in modo compatto di sostenere l’indicazione di Soldi alla presidenza di viale Mazzini”, ha concluso. A non mollare sembra così solo FdI. “Non è che se Orban nomina i componenti del comitato di controllo del servizio pubblico televisivo non si può fare e se lo fa il Governo Draghi con la Rai si può fare”, ha detto la Meloni.