Il maggior dilemma delle organizzazioni criminali è quello di come riuscire a ripulire il denaro sporco. Ma se per qualcuno questa operazione è complicata, per la ‘ndrangheta era diventato davvero un gioco da ragazzi grazie all’appoggio di una estesa rete di gestori di bar, tabaccherie e ricevitorie del nord Italia. Con questa accusa la Procura di Brescia, coordinata dal procuratore Francesco Prete (nella foto), ha arrestato 14 persone e ne ha iscritte altre 29 al registro degli indagati.
Il maxi blitz ha riguardato i territori di Brescia, Bergamo, Cremona, Asti, Imperia, Savona, Sassari e Torino, con le persone coinvolte che sono accusate, a seconda delle posizioni, di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Nel corso del blitz sono stati sequestrati beni mobili ed immobili per oltre 25 milioni di euro, tra conti correnti, case di lusso con maniglie d’oro e piscine.
L’ORGANIZZAZIONE. Al vertice di quello che il procuratore Prete ha definito “un fenomeno socio criminale che interessa fortemente il nostro territorio sul quale operano organizzazioni criminali strutturate a volte in cooperazione con parte dell’imprenditoria locale”, c’era Francesco Mura, imprenditore nel settore televisivo, con tv nel Cremonese. Proprio lui, assieme al padre Mario, a Maria Alda Dizioli, a Elisa Salerno e Gabriella Corsini, dovrà rispondere anche del reato di associazione di stampo mafioso per aver agevolato la locale della ‘ndrangheta Barbaro Papalia.
Sostanzialmente lo stratagemma usato per ripulire i fondi delle cosche era, secondo la tesi della Procura di Brescia, piuttosto semplice ma funzionale. “Segnalata la vincita, il soggetto che deve riciclare paga in contanti il vincitore, si fa registrare la vincita e pulisce il denaro” ha spiegato il pubblico ministero Ambrogio Cassiani, titolare dell’indagine. Gli stessi indagati, però, non si limitavano a questo. Per riciclare il denaro erano soliti usare anche le vincite alle slot machine e le ristrutturazioni immobiliari. Tale sistema, garantendo l’evasione fiscale e la disponibilità di somme contanti sottratte al fisco, avrebbe favorito oltre Mura anche esponenti di spicco della ‘ndrina Barbaro-Papalia di Buccinasco, nel milanese, rispetto alla quale l’imprenditore, come si legge nell’atto, “pur non risultando affiliato, può considerarsi contiguo”.
APPOGGI IN POLIZIA. Ma c’è di più. Stando a quanto trapela, il gruppo era riuscito ad assicurarsi l’aiuto di un carabiniere, Nicola Firrarello in servizio a Chiari, e dell’ex comandante della Polizia stradale di Chiari, Sergio Motterlini. Entrambi gli agenti, indagati in questa inchiesta, sono accusati di corruzione perché, per i pm, avrebbero favorito Mura. In un episodio finito agli atti dell’inchiesta, infatti, emerge che il comandante, per evitare elevati verbali all’imprenditore a seguito di un incidente stradale, nel dicembre 2018 avrebbe ricevuto in dono due biglietti per assistere alla partita Juventus-Inter nel settore Tribuna Boniperti. Del resto, scrive il gip, “Mura fin dall’inaugurazione dello Juventus Stadium di Torino era solito acquistare dodici abbonamenti all’anno nella tribuna Boniperti” che usava principalmente “per ingraziarsi esponenti delle forze dell’ordine ed era inoltre in contatto con le tifoserie ultra’ calabresi”.