Una spesa superflua, affrontata con i soldi pubblici, per avvalersi di una consulenza di una grande multinazionale. Accantonando le competenze già a disposizione con le società statali. E, per non farsi mancare nulla, con la creazione dell’ennesimo conflitto di interessi. La decisione del ministero dello Sviluppo economico (Mise) di assegnare la realizzazione della Strategia energetica nazionale (Sen) alla Boston consulting group (Bcg) può generare un effetto a catena. Perché consegnerebbe a colosso privato, che opera con 85 uffici in 48 Paesi, la pianificazione di un progetto a lunghissimo raggio, che prevede – tra le tante cose – il miglioramento dell’efficienza energetica e lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili. Aspetti chiave per il futuro dell’Italia, anche per rispettare gli accordi internazionali sulle emissioni.
Risorse ignorate – Certo, l’ufficialità del conferimento dell’incarico da parte del ministro Carlo Calenda non c’è ancora. La Notizia ha chiesto chiarimenti al Mise, ma senza ottenere risposte. Ma le indiscrezioni vanno in una precisa direzione: al Mise mancherebbe solo la ratifica del passaggio. Tanto che sul caso Pippo Civati, leader e deputato di Possibile, ha depositato un’interrogazione alla Camera, con lo scopo di avere un quadro chiaro sulla vicenda. Peraltro la spesa potrebbe gravare sulle casse di due aziende: Terna e Snam. Insomma la Sen – necessaria a migliorare la competitività italiana nel settore energetico – potrebbe trasformarsi in un autogol. “Non si capirebbe perché due società quotate in Borsa dovrebbero finanziare questo progetto. In altri Paesi il tema è stato affrontato in altro modo. Questa è l’ennesima conferma che ci troviamo davanti a un Governo dell’establishment”, ha attaccato Civati. La questione quindi approderà alla Camera, dove Calenda sarà chiamato a fornire un chiarimento. Perché il ministero dello Sviluppo potrebbe avvalersi delle competenze di enti pubblici, come il Gestore dei servizi energetici (Gse) e Ricerca sul Sistema Energetico (Rse), oppure delle risorse a disposizione con l’agenzia Enea, senza dimenticare lo studio del tavolo sulla decarbonizzazione che ha lavorato presso la Presidenza del Consiglio negli ultimi mesi. “In tempi di spending review e di continui tagli, è assolutamente fuori luogo gravare i bilanci con una consulenza come quella in questione, né sono chiari i motivi che hanno condotto a questa decisione, visto che in Italia ci sarebbero enti e agenzie in grado di sviluppare la Sen”, ha ribadito Civati.
Conflitto di interessi – C’è anche un altro aspetto controverso. Il capo della segreteria tecnica del ministero, Francesco Maria Cuccia, è stato dipendente della Bcg fino all’ottobre del 2016 (come si legge sul suo curriculum vitae online). Per oltre un anno, da settembre 2011 al novembre 2012, ha avuto il ruolo di consulente. Nel dicembre 2012 ha compiuto il balzo diventando project leader. Come ciliegina sulla torta, nel marzo 2015 ha ricevuto la nomina a principal. Insomma, un rapporto che si è consolidato nel tempo. Rendendo difficile soffocare il sospetto sul conflitto di interessi che si potrebbe creare con l’assegnazione del progetto alla Boston consulting group.
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