Sui social network si sta linciando la tv per le cronache dell’orrore acchiappa audience, soprattutto il pomeriggio. Le critiche bersagliano dalla conduttrice Barbara D’Urso a tutta Mediaset, aggiungendo allo stesso calderone la Rai.
Un attacco così mirato da sottrare ai radar che la violenza, o le epiche gesta del Bettarini di turno, le scegliamo noi. Non sono Mediaset, Il Grande Fratello o la Rai che ci manovrano il telecomando, ma la libera scelta di molti spettatori. Pubblico che decide cosa vedere spinto dalla propria base valoriale, e di fronte al quale le reti televisive si pongono alla stregua di imprenditori. Se il loro scopo è fare ascolti, esattamente come fanno gli imprenditori i canali tv inseguiranno il successo (e il profitto), coscienti che il concetto di base di chi fa impresa non è fare morale, fare cultura e meno che meno fare politica.
Questo è il grande dramma del capitalismo. E se le anime belle della sedicente imprenditoria politically correct volessero negarlo, mentirebbero sapendo di mentire. La tv che educa i cittadini può e deve essere chiesta al servizio pubblico, ma se si vuole il libero mercato bisogna accettarne le storture.