Per la resa dei conti sul caso dell’ex pm Luca Palamara, bisogna aspettare ancora. Con l’ennesimo colpo di scena di una vicenda che sembra infinita, l’udienza preliminare in cui si doveva decidere il destino giudiziario dell’ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, su cui pende l’accusa di corruzione in atti di ufficio, è slittata al 22 dicembre. Contrariamente a quanto potrebbe pensare qualcuno, non si è trattato di una mossa della difesa quanto di quella della Procura di Perugia che ha modificato il capo di imputazione e chiesto di riunificare il procedimento con quello a carico dell’ex procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, per il quale – quasi in contemporanea – è stato chiesto il rinvio a giudizio in quanto accusato di rivelazione di segreto d’ufficio in concorso proprio con Palamara. A spiegare l’accaduto è stato lo stesso procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone, che lasciando l’aula ha precisato: “Abbiamo chiesto il rinvio anche per riunire con un altro procedimento che riguarda una rivelazione di segreto d’indagine in cui è imputato l’ex procuratore generale della Cassazione”.
LA NUOVA ACCUSA. Quel che è certo è che il procedimento davanti al gup riguarda, oltre all’ex consigliere del Csm Palamara, anche l’amica Adele Attisani, l’imprenditore Fabrizio Centofanti e Giancarlo Manfredonia, quest’ultimo titolare di un’agenzia di viaggi. Un’inchiesta delicata per la quale ieri, in apertura dell’udienza preliminare, la pubblica accusa ha comunicato di aver modificato il capo d’imputazione nei confronti dell’imputato principale spiegando che le presunte utilità ricevute dall’ex componente del Csm sarebbero legate alla sua funzione all’interno dell’organo di autogoverno della magistratura, in particolare in relazione alle nomine di dirigenti degli Uffici e procedimenti disciplinari.
Stando a quanto trapela, la Procura non ha indicato episodi specifici riguardo alla nuova formulazione del capo d’imputazione, rimanendo all’ipotesi della corruzione per l’esercizio delle funzioni svolte dall’ex magistrato. Una nuova formulazione, quella voluta dai pubblici ministeri Gemma Miliani e Mario Formisano, per la quale la difesa di Palamara ha chiesto – e ottenuto – tempo per poterla esaminare. Un procedimento in cui, secondo i pm, deve essere inserito anche l’ex pg Fuzio per un colloquio con Palamara riguardante proprio l’inchiesta di Perugia.
STORIA INFINITA. L’inchiesta è quella con cui si sta cercando di far luce su sette soggiorni sospetti di Palamara in compagnia dell’amica Attisani, fatti tra il 2014 e il 2017 tanto in Italia quanto all’estero, e di altri tre fatti dal pm con la propria famiglia nel 2016. Una serie di presunte regalie tra cui spiccano anche lavori di ristrutturazione di appartamenti, un trattamento di bellezza e un soggiorno organizzato per assistere alla partita di Champions League dell’8 marzo 2016 che vedeva contrapposti il Real Madrid e la Roma.
Si tratta di utilità di cui Palamara avrebbe beneficiato nel periodo in cui era componente del consiglio superiore della magistratura grazie all’intervento dell’amico Centofanti e in cambio delle quali – sempre secondo l’accusa – avrebbe messo a disposizione le sue funzioni di magistrato. Una vicenda che, però, è ben presto esondata causando il terremoto nella magistratura perché agli atti dell’inchiesta sono finite le intercettazioni da cui è emerso il sistema di potere delle correnti interne ai pm.