di Angelo Perfetti
La discussione generale avrà tempi lunghi e inizierà nei prossimi giorni. Centoquaranta caratteri via twitter, arrivati dal gruppo parlamentare del M5S, segnano l’annuncio dello slittamento dei lavori. Solo pochi minuti prima il pentastellato Giarrusso aveva postato un altro messaggio: “Non riusciamo ad ottenere delle conclusioni che non abbiamo una formula non dubitativa. Quindi abbiamo detto chiaramente che, se lo stesso relatore ha dei dubbi sulle conclusioni, evidentemente deve lasciare l’incarico a un altro che formuli le conclusioni”. Alla fine dunque il Pdl ha ottenuto il risultato minimo, quello di affrontare la questione con più calma.
L’escamotage tecnico
Per farlo ha dovuto derubricare da “pregiudiziali” a “preliminari” le eccezioni riguardante i pareri dei tribunali europei sul caso Berlusconi; un cambiamento meramente formale che però ha consentito di collegare gli interventi di Augello, relatore designato, alle sue conclusioni. In tal modo i lavori, da regolamento, possono essere contingentati in maniera diversa, consentendo interventi di 20 minuti ad ogni membro della Giunta per le elezioni. Il che ha provocato l’ira dei grillini contro il Pd: “Il Partito democratico poteva chiudere la partita bocciando pregiudiziali o accogliere la richiesta M5S di sostituire relatore”.
L’occhio del Quirinale
Giorgio Napolitano, dal Quirinale, ha osservato attivamente l’evolvere della situazione pur mostrando la consueta serenità attraverso una serie di incontri istituzionali da tempo programmati. Ciò che è certo, riferiscono fonti parlamentari, è che il presidente non ha gradito l’accelerazione che c’è stata ieri sera a sant’Ivo alla Sapienza, dove sono in corso i lavori della Giunta. Raccontano che sia rimasto “sorpreso”, se non irritato, sia dall’atteggiamento intransigente del Pd – ritenendo che un tempo congruo alla tesi di Berlusconi andasse concesso -, che da quello del Pdl, visto che dal punto di vista procedurale non sono mancate sviste e imprecisioni, come quando sono state presentate le tre pregiudiziali. D’altra parte al Quirinale interessa solo una cosa, al momento: che il governo Letta prosegua il suo lavoro. E la tanto agognata pacificazione ha comunque bisogno di tempo per essere organizzata, costruita, architettata. Usiamo un verbo più adatto: digerita. Nel Pdl, in serata, si diffonde la voce secondo cui Berlusconi starebbe riflettendo sulla proposta che le ‘colombe’, ed in particolare i figli, continuano a prospettargli: chiedere la grazia. Ma per farlo – ne sono consapevoli anche nel Pdl – dovrebbe fare quel passo indietro da senatore che eviterebbe un voto in giunta estremamente pericoloso per la maggioranza.
Il nodo della grazia
E accettare un percorso ben preciso che potrebbe portarlo prima ai servizi sociali. Una condizione alla quale il Cavaliere non ha ancora deciso se attenersi, visto che non si fida più di nessuno. Ma che per il Colle, almeno secondo indiscrezioni raccolte in ambienti parlamentari, sarebbe irrinunciabile. In sostanza, riferiscono le stesse fonti, per Napolitano i “paletti” sono quelli di sempre: l’attuale governo, rappresentato plasticamente da Letta e Alfano, deve durare; maggioranze alternative non sono contemplate, ne’ all’orizzonte; le priorità sono la legge si stabilità, la riforma del sistema elettorale e il semestre di presidenza Ue. Paletti che in sostanza spostano l’orizzonte al 2015. Insomma, Napolitano sarebbe anche pronto ad accostare il proprio nome ad un provvedimento di clemenza a favore del Cavaliere, ma solo per il bene del Paese. Bene che in questo difficile periodo significa superamento di una fase difficile e stabilità politica.
Segnali di distensione
Che qualcosa si stesse muovendo lo si era capito nel tardo pomeriggio quando si era sparsa la voce sulla decisione di annullare l’incontro dei gruppi parlamentari di Senato e Camera previsto per oggi. Decisione che è arrivata dopo l’incontro del premier Enrico Letta con il suo vice Angelino Alfano e la delegazione dei ministri del Pdl. L’aria che si respira a palazzo Chigi è che la responsabilità finirà per prevalere e che ci saranno le condizioni per andare avanti. Avanti per dove e fino a che punto è ancora da definire. Ma il fatto che ieri si sia evitato il voto sulla decadenza del Cavaliere è un primo passo.
Le pregiudiziali – preliminari
Sono quattro le questioni pregiudiziali presentate dal relatore Andrea Augello sulla decadenza di Silvio Berlusconi in Giunta per le elezioni. Una di queste riguarda la proposta di rinvio di tipo interpretativo alla Corte di giustizia Ue di Lussemburgo. Così il Pdl ha preso tempo in giunta per le elezioni al Senato. La giunta per le elezioni al Senato è stata riconvocata per domani alle ore 15.