Slitta di 2 mesi l’udienza Santanchè e sul processo aleggia la prescrizione

Missione cambia legale e l'udienza slitta: di nuovo in aula il prossimo 20 maggio. E ora incombe il rischio prescrizione

Slitta di 2 mesi l’udienza Santanchè e sul processo aleggia la prescrizione

La missione – ovvero ottenere una sospensione più lunga possibile dell’udienza preliminare, rimanendo così sulla poltrona ministeriale – è stata completata con successo. Ieri infatti il nuovo pool difensivo della ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha ottenuto dalla Giudice per le indagini preliminari, Tiziana Gueli, un rinvio al 20 maggio prossimo, cioè di ben due mesi quindi, dell’udienza che dovrà decidere se mandare a giudizio la big di Fratelli d’Italia per l’accusa di truffa aggravata allo Stato.

Il procedimento riguarda la cassa integrazione Covid percepita da due società della galassia Visibilia, mentre i dipendenti erano in realtà al lavoro. In pratica l’udienza di ieri è andata esattamente come probabilmente si auspicava Santanchè quando ha cambiato uno dei suoi legali a due giorni dall’appuntamento in aula.

Inutile l’opposizione della Procura al rinvio

Un rinvio al quale la Procura di Milano si è opposta strenuamente quanto inutilmente in aula. La pm Marina Gravina, infatti, si è detta contraria alla richiesta di concessione dei “termini a difesa” (il periodo accordato a un nuovo legale per studiare le carte) presentata dal nuovo avvocato della Santanchè, Salvatore Pino, sottolineando come il legale sostituito, Salvatore Sanzo, da giurisprudenza di Cassazione, pur avendo revocato la nomina, avrebbe potuto comunque rimanere per questa udienza, nella quale avrebbero parlato solo i pm per ribadire la richiesta di processo.

Il cappio della prescrizione

La Procura aveva poi manifestato forte contrarietà anche ad un rinvio così lungo. L’accusa ha infatti fatto presente che sul procedimento per la presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps incombe il cappio della prescrizione. Le prime condotte contestate risalgono al 2020 e la prescrizione per il reato è di 7 anni e mezzo. E c’è quindi il rischio che il procedimento nel 2027 non sia ancora arrivato ad una sentenza definitiva. Tutti argomenti – contrastati dalla difesa della ministra – che non hanno convinto la giudice, la quale ha individuato come prima data utile per andare avanti il 20 maggio.

“Nessuna tattica dilatoria”

Per il nuovo legale, la sostituzione non è affatto una tattica dilatoria, ma “si tratta semplicemente di rinforzare un collegio, posto che c’era un civilista e qui diciamo le competenze specifiche dell’avvocato Sanzo potevano essere meno utili e quindi la ministra ha pensato coinvolgere un altro penalista, questa è una storia semplice”.

Pino ha chiarito, parlando coi cronisti, che ora dovrà analizzare il fascicolo e non ha escluso “che la ministra renda l’esame in aula”, ha aggiunto. La decisione arriverà dopo che avrà valutato il fascicolo, “del quale non ho cognizione ancora”. Pino non ha voluto invece rispondere sulle questioni di partito e sul fatto che qualcuno abbia chiesto un passo indietro della Santanché nel caso di rinvio a giudizio.

Intanto Santanché ristora i danni dell’Inps che esce dal processo

Ma l’udienza di ieri ha riservato un altro colpo di scena: l’Inps, assistito dall’avvocato Aldo Tagliente, ha infatti annunciato che revocherà nei prossimi giorni la costituzione come parte civile a carico della Santanchè e di altri due imputati. Secondo il legale, l’istituto ha ottenuto “soddisfazione piena” dal punto di vista risarcitorio. L’ente ha ricevuto il risarcimento integrale del danno patrimoniale, ossia quegli oltre 126mila euro che le due ex società del gruppo Visibilia avrebbero avuto indebitamente come cassa integrazione nel periodo Covid. Versamenti effettuati all’Inps dalle stesse società.

In più, stanno arrivando anche i pagamenti per i cosiddetti “danni da disservizio”, altri 10mila euro circa, e anche quelli dei danni non patrimoniali di immagine. Per una cifra totale che è compresa, da quanto si è saputo, tra i 150mila e i 200mila euro.

Rimane aperta la questione del trasferimento del Gup

Infine resta aperta la questione del trasferimento della Gup Gueli. La magistrata è destinata a cambiare ufficio e a oggi gode di una proroga che scadrà il 31 marzo. Toccherà ora al presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, decidere come si andrà avanti: o applicherà la giudice Gueli al procedimento Santanchè per consentirle di definirlo, nonostante il trasferimento, oppure l’udienza preliminare dovrà ricominciare davanti a un nuovo giudice, quello che sostituirà Gueli. E nella seconda ipotesi, il rischio prescrizione si farebbe molto più che concreto.