Slitta ancora il maxi-emendamento del Governo alla Manovra e al Senato è di nuovo bagarre. Problemi tecnici, fanno sapere da Palazzo Chigi. Perché alla Ragioneria generale dello Stato serve più tempo. E di tempo ce n’è poco per evitare l’onta dell’esercizio provvisorio di bilancio. Il testo, sul quale l’Esecutivo porrà la fiducia, doveva essere depositato ieri pomeriggio. Invece arriverà a Palazzo Madama solo alle 14.30 di oggi, lasciando all’Aula appena quattro ore di discussione prima del voto finale previsto a partire dalle 20,30.
Insomma, un’ulteriore compressione dei tempi per l’esame della legge di bilancio che fa insorgere le opposizioni. Costringendo persino la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati a richiamare Movimento 5 Stelle, Lega e lo stesso Esecutivo, ad “un percorso legislativo più regolare e rispettoso dell’Assemblea”. Musica per le orecchie delle minoranze che, a cominciare dalla capogruppo di Forza Italia, Anna Maria Bernini, bolla come “sconcio nei confronti del popolo italiano” il comportamento Governo. “Prendere in giro il Parlamento per venti giorni è uno sfregio ai loro elettori – rincara la dose la presidente dei senatori azzurri -. E’ la loro Caporetto politica, il fallimento politico di questo governo”.
Seguita a ruota dal Partito democratico, che al termine della seduta occupa l’emiciclo in segno di protesta “contro il comportamento scandaloso del Governo nei confronti del Senato”. Mentre Leu chiede, ma senza fortuna, di spedire il maxi-emendamento in commissione Bilancio anziché in Aula, per poterlo vagliare in modo accurato. Puntuale la replica della maggioranza. A partire dalla Lega che, sebbene assumendosi la responsabilità dei ritardi, non si lascia sfuggire l’occasione per regolare i conti con le opposizioni. “Chiediamo scusa ma è la prima volta negli ultimi anni che la Manovra la scrive il Governo – ricorda il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo -. Ci vuole quindi più tempo rispetto al ‘copia e incolla’ del fax di Bruxelles a cui ci eravamo abituati” E aggiunge: “La Ragioneria non era abituata”. E pure il Movimento 5 stelle ci va giù duro. Ricordando, con il capogruppo Stefano Patuanelli, che anche negli anni passati la Manovra era arrivata in Aula senza passare dal voto della commissione. E a chi evoca la Caporetto della maggioranza risponde così: “Siamo riusciti a tenere insieme le esigenze di bilancio e quelle dei cittadini. E’ una grande vittoria politica di questa maggioranza”.
Non nasconde tutto il suo dispiacere per il dilatarsi dei tempi neppure il premier, Giuseppe Conte. “Mi sarebbe piaciuto lasciare al Parlamento un più ampio margine di discussione – ammette -. Ma non mi devo giustificare se la trattativa ha impiegato tutto questo tempo”. Un ritardo che costringe il presidente del Consiglio a rinviare a dopo Natale persino la tradizionale conferenza stampa di fine anno in programma proprio oggi al Senato. Ma in ogni caso, l’iter della Manovra è al rush finale. “Confidiamo che domani (oggi, ndr) possa essere approvata. So che siamo in zona Cesarini”. Guarda la situazione da un diverso punto di vista, invece, il vice premier Matteo Salvini: “Finalmente dopo anni di mutismo e rassegnazione c’è stata una trattativa seria, vigorosa e coraggiosa”. Dopo il via libera del Senato toccherà alla Camera: l’aula è stata convocata per il 27.