Amatrice, il borgo del Reatino distrutto dal terremoto del 24 agosto di cinque anni fa, si prepara a ricordare le sue vittime con una serie di celebrazioni che si svolgeranno questa notte, alle 3:36, e che culmineranno con la Santa Messa di domani, celebrata dal Vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, che sarà trasmessa in diretta su Rai 1 a partire dalle 11. Celebrazione a cui sarà presente, come annunciato nei giorni scorsi, anche il premier Mario Draghi.
Il 24 agosto il Comune di Amatrice ha dichiarato, inoltre, il lutto cittadino per l’intera giornata, dunque resteranno chiusi gli uffici comunali e tutte le attività ad eccezione delle Farmacie e del Pronto soccorso Pass. A causa delle misure di prevenzione contro il Covid-19, e come da indicazioni della Questura, come lo scorso anno, ha fatto sapere il Comune, “non sarà possibile effettuare la Fiaccolata lungo le vie di Amatrice”.
Le celebrazioni si terranno, quindi, presso il campo di Calcio “Paride Tilesi” con una capienza massima ammessa di 600 persone, con flusso di accesso a partire dall’una, scaglionato al fine di evitare assembramenti. La Veglia di Preghiera comincerà alle 2:30 per culminare alle 3:36 con la lettura dei nomi delle vittime. Al termine della celebrazione verranno consegnati ai partecipanti dei lumini da accendere privatamente.
L’accesso all’area del Monumento alle Vittime del Terremoto, all’interno del parco Don Minozzi, sarà, invece, libero, ma regolamentato per evitare affollamenti. “Il momento della Veglia – fa sapere ancora il Comune in una nota – è da intendersi come un momento di raccoglimento intimo della Comunità di Amatrice”.
“Sono passati cinque anni dal devastante terremoto che nella notte tra il 23 e 24 agosto sconvolse ancora una volta le regioni del Centro Italia – ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta -, portando morte e distruzione e cancellando un patrimonio economico, culturale e storico di immenso valore. I comuni di Amatrice e Accumoli pagarono il prezzo più alto insieme ad altri territori limitrofi, spesso già pesantemente danneggiati da precedenti gravi eventi sismici”.
“Il mio pensiero va a chi perse la vita in quella tragedia aggiunge l’esponente dell’Esecutivo -, ai loro cari, a tutti coloro che oggi più che mai continuano a lavorare per il ritorno alla vita dei territori. A loro dobbiamo l’impegno a sostenere fattivamente la ricostruzione e la ripresa economica delle aree danneggiate, cancellando gravosi e spesso inutili oneri burocratici, facilitando l’accesso alle agevolazioni e all’apertura dei cantieri e supportando il lavoro di chi si sta adoperando per il rilancio post sisma”.
“Perché – ha detto ancora Brunetta – è a chi ha perso tutto non bastano le parole, anche sincere e accorate, le commemorazioni e i ricordi. A chi ha sofferto serve il conforto delle opportunità e la speranza del futuro tramite azioni che agevolino il cambiamento. L’Italia è un Paese sismico e dobbiamo lavorare per la ricostruzione, ma anche per la prevenzione, affinché queste tragedie non si ripetano”.
“Questo Governo ha fatto della concretezza – ha continuato il ministro – una delle sue bandiere e voglio ricordare due importanti provvedimenti che stanno gia’ avendo primi impatti immediati nella vita dei territori danneggiati dai terremoti degli ultimi decenni. Il 28 luglio scorso, il Parlamento ha convertito in legge il decreto Semplificazioni (Dl 77/2021) che taglia drasticamente la burocrazia per accedere al superbonus 110%, e, pochi giorni dopo, la Conferenza unificata ha dato via libera alla nuova Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata), il modulo unico, semplificato e standard, per il rapido accesso al bonus. Una rivoluzione straordinaria che sta già favorendo le pratiche di accesso alle agevolazioni per la riqualificazione anti-sismica ed energetica e che in breve tempo sbloccherà l’avvio di centinaia di cantieri per la ricostruzione e ristrutturazione”.
“Importante poi ricordare – conclude Brunetta – un secondo fondamentale provvedimento a cui la Conferenza unificata ha dato il via libera il 5 agosto scorso: il Dpcm della Funzione pubblica che riconosce e stabilizza il lavoro di 499 lavoratori impiegati in questi anni negli uffici speciali per la ricostruzione e presso gli enti locali dei crateri dei sismi che hanno devastato, dal 2002 al 2016, Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise e Umbria, istituendo un fondo speciale da 19 milioni di euro. Un passo doveroso in soccorso di questi territori, per procedere ancora più spediti nella ricostruzione e nel rilancio. Il futuro è mattoni e cuore, idee e progetti, impegno e visione, per guardare al domani senza paura”.