Le Lettere

Siria, tutto come prima?

Penso che la Siria sarà una nuova Libia, con violenze e una perenne guerra civile. La caduta di Assad è un brutto colpo per Russia e Iran.
Silvio Mei
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Gentile lettore, la valutazione più diffusa è appunto che sia una sconfitta per Mosca e Teheran, e che la Siria si avvii a un destino tipo la Libia dopo Gheddafi o l’Iraq dopo Saddam. Ma ora emergono fatti nuovi che potrebbero ribaltare il quadro. Si è saputo che l’esercito siriano non è fuggito ma ha ricevuto l’ordine da Assad di ritirarsi senza combattere. I jihadisti non hanno fatto bagni di sangue a Damasco, anzi il capo, Al Jolani, ha confermato al loro posto i funzionari ministeriali e ha promesso moderazione. Cosa significa? Che c’è stato un accordo tra i jihadisti, i turchi e i protettori della Siria. Russia, Iran e Turchia si sono incontrati in Qatar il 7 ottobre e hanno trasmesso ad Al Jolani un’offerta: niente resistenza dell’esercito, passaggio dei poteri pacifico, ma niente vendette su militari e civili; Russia e Iran non attaccheranno, ma Mosca manterrà le basi militari e Teheran potrà usare il territorio siriano per spedire armi a Hezbollah. Al Jolani ha accettato il patto e a quel punto Mosca ha affermato: “Trattiamo con tutte le parti in causa”. Usa e Israele, che consideravano Al Jolani una loro creatura, hanno masticato amaro. Israele ha subito oltrepassato le Alture del Golan, occupando una nuova striscia di territorio, e ha bombardato diversi siti militari perché le armi dei siriani non cadano in mano ai jihadisti. Se Al Jolani non cambierà fronte di nuovo, tutto potrebbe rimanere come prima, o meglio di prima, per Russia e Iran.