Il Congresso degli Stati Uniti si pronuncerà sulla Siria dopo il 9 settembre. Un giorno dopo l’annuncio di Barack Obama, che ha preso tempo sull’intervento militare, Damasco deride Washington e parla di “inizio della storica ritirata americana”. Bashar Assad in persona dichiara che la Siria è capace di affrontare qualsiasi attacco. E intanto il segretario di Stato americano John Kerry fa sapere che nelle ultime 24 ore gli Stati Uniti hanno acquisito prove dell’utilizzo di gas sarin in Siria e afferma che Assad si è “unito alla lista di Adolf Hitler e Saddam Hussein”, dicendosi sicuro che il Congresso farà la scelta giusta. Al Cairo la Lega araba si è riunita per una sessione di emergenza, ma sembra improbabile che appoggi l’intervento militare Usa. E dall’Angelus papa Francesco ha lanciato il suo “grido di pace”. “Mai più la guerra”, ha detto, condannando l’uso di armi chimiche e chiedendo alla comunità internazionale di agire, ma con il dialogo.
Usa: abbiamo prove di uso gas sarin
È stato ancora una volta il segretario di Stato John Kerry ad annunciare le prove che gli Stati Uniti hanno. Venerdì Kerry aveva illustrato le informazioni di intelligence in base alle quali sarebbe il governo di Assad il responsabile dell’attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto alla periferia est di Damasco. Oggi invece, in una serie di interviste televisive, il capo della diplomazia americana ha riferito che nelle ultime 24 ore gli Usa hanno ottenuto prove dell’utilizzo di gas sarin tramite campioni di sangue e capelli ricevuti dai primi soccorritori di Damasco. L’amministrazione spera che le prove siano sufficienti a convincere i parlamentari a votare a favore dell’intervento militare, e infatti Kerry dice: “Penso che alla fine il Congresso farà quel che è giusto”. E aggiunge: “non perderemo questo voto”.
Assad come Hitler e Saddam
Poi Kerry utilizza parole molto forti contro Assad. “Ora si è unito alla lista di Adolf Hitler e Saddam Hussein” utilizzando armi chimiche contro la sua popolazione, ha detto. “Il caso non è cambiato e non cambia. La base logica per una risposta militare è potente oggi” come lo era prima, ha detto Kerry, sottolineando che “il popolo statunitense dovrebbe essere contento che il presidente non stia agendo unilateralmente”.
Obama potrebbe avere difficoltà per ok del Congresso
Secondo quanto sostengono i repubblicani, Barack Obama potrebbe avere dei problemi a ottenere l’approvazione del Congresso degli Stati Uniti per un intervento militare in Siria. Peter King per esempio, membro della Commissione intelligence della Camera, che in passato ha criticato Obama per non essere intervenuto immediatamente contro Assad ha detto che “sarà difficile” perché tra i repubblicani c’è una tendenza “isolazionista”. Il senatore repubblicano Rand Paul pensa invece che il Senato “approverà ciò che Obama vuole ma che alla Camera il voto sarà più complesso”. Secondo Paul “c’è almeno il 50% di possibilità che la Camera boccia il coinvolgimento nella guerra in Siria”. Più ottimista invece un altro repubblicano, Mike Rogers, presidente della Commissione intelligence della Camera, il quale sostiene che le ultime prove sul gas sarin, annunciate oggi da John Kerry, siano “convincenti”. Rogers ritiene che “alla fine della giornata il Congresso sarà all’altezza”, ma sostiene che “ci vorrà un dibattito per arrivare a quel punto”.
Damasco deride gli Usa
Intanto Damasco deride gli Stati Uniti dopo l’annuncio di Obama che avrebbe chiesto l’autorizzazione del Congresso. “Obama ha dato a se stesso una possibilità per fare un passo indietro, parlando di approvazione del Congresso, e di cercare altri che partecipino all’attacco”, ha detto un ministro siriano. E il quotidiano governativo Al-Thawra scriveva oggi in un editoriale che si tratta dell’inizio “della storica ritirata americana”. E Assad in persona ha detto che la Siria è capace di affrontare un attacco da parte degli Stati Uniti.
Riunione urgente lega araba
Al Cairo si sta tenendo una riunione di emergenza sulla Siria. Il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, Saud al-Faisal, ha invitato gli Stati membri ad appoggiare le misure internazionali contro il regime siriano per “scoraggiare questa aggressione con tutti i mezzi possibili”. Se il mondo non fa nulla il regime siriano sarà incoraggiato “ad andare avanti con i suoi crimini”, ha detto il ministro saudita. Sembra tuttavia improbabile che la Lega araba appoggi un’azione militare occidentale, dal momento che membri chiave come l’Egitto vi si oppongono.
Papa Francesco lancia grido di pace
E dal Pontefice arriva un “grido di pace”. La “guerra chiama guerra” e la “violenza chiama violenza”, ha detto papa Francesco, condannando con fermezza l’uso di armi chimiche e chiedendo di agire con il dialogo. “Il mio cuore è profondamente ferito da quello che sta accadendo in particolare in Siria e angosciato da quello che si prospetta. Questo è un appello che nasce dall’intimo di me stesso”, ha detto nell’Angelus.