Sarebbero 213 le persone, tra cui donne e bambini, uccise oggi dalle forze del presidente Bashar al-Assad in un attacco con gas nervino in una roccaforte ribelle nella regione di Guta. Lo hanno riferito attivisti dell’opposizione, spiegando che le informazioni provengono dai centri medici della regione. Razzi con il potente gas avrebbero colpito tre sobborghi: Ain Tarma, Zamalka e Jobar. Una missione di esperti dell’Onu si trova a Damasco con l’incarico di verificare se siano state usate armi chimiche nel conflitto tra lealisti e ribelli, che si sono più volte accusati reciprocamente. I Comitati di coordinamento locale parlano di centinaia di vittime a causa del “brutale uso di gas tossici da parte del regime criminale”. Secondo una fonte sentita dall’emittente al-Arabiya le vittime sarebbero 500. Intanto un altro gruppo di attivisti, la Commissione generale della rivoluzione siriana, ha diffuso su Youtube alcuni video, riferendo che nella stessa zona sono in corso pesanti raid aerei lealisti cominciati dopo l’attacco chimico.